Accessibilità:
-A A +A
Print Friendly, PDF & Email

Le 4 mosse da fare per salvare l’Italia

Opinionista: 

Riprogrammare. Riprogrammare le risorse. Riprogrammare i provvedimenti. Riprogrammare le destinazioni dei soldi. Riprogrammare è l’unico verbo rimasto disponibile per provare a salvare l’Italia. Signori, non c’è più tempo. Serve un piano d’emergenza per mettere subito in sicurezza il nostro sistema produttivo o l’autunno rischia di essere durissimo. La prima cosa da fare è prendere atto del fallimento dei tre decreti varati dal Governo (Cura Italia, Liquidità e Rilancio). Lo testimoniano i pochi soldi arrivati a cittadini e imprese rispetto all’ingente quantità di risorse messe in campo: degli 80 miliardi stanziati in deficit, solo 20 sono stati spesi. Vuol dire che la gran parte dei quattrini restano sospesi. È necessario recuperare tutte le somme autorizzate e non erogate negli ultimi 3 anni, fare una rapida ricognizione nei ministeri, aprire tutti i cassetti, operare una cernita dei denari non versati e convogliarli in un solo fondo. Un Fondo di salvezza nazionale per far arrivare subito, stavolta sul serio e non più a chiacchiere - i soldi all’economia reale. Per dire: ci sono 62 miliardi di opere pubbliche ferme e in gran parte già finanziate. Visto che non siamo in grado di farle partire, riprogrammiamo quei fondi su provvedimenti e investimenti in grado di essere immediatamente operativi. Mettetevi al lavoro e smettetela di prendere in giro gli italiani. Non è più tempo di convocazioni a Palazzo Chigi, di vertici e patti. È tempo di azioni. Gli “Stati generali dell’economia” servono solo a Conte per provare a blindare se stesso: si risolveranno nell’ennesima sfilata di chiacchiere. La caduta verticale dell’occupazione - 400mila posti di lavoro persi in 60 giorni - dimostra come in questi mesi di stupidaggini ne siano state raccontate già troppe. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, l’11 marzo scorso dichiarò che nessuno avrebbe perso il lavoro. Era una sciocchezza. Una bugia talmente grossa che oggi non abbiamo neanche i soldi per coprire la Cassa integrazione. Il decreto Rilancio, infatti, prevede 5 settimane di Cig, più 4 a partire da settembre. Ma così facendo molti lavoratori vedranno scadere i loro ammortizzatori a giugno, mentre il blocco dei licenziamenti durerà fino al 17 agosto. A questo buco da colmare si aggiunge il fatto che le 4 settimane di Cig scadranno a fine settembre. E dopo? Qualcuno pensa che in autunno la crisi sarà finita? Riprogrammare tutti i fondi disponibili è l’unica via d’uscita concreta. Una mossa alla quale va affiancata la revisione delle aste del Tesoro: occorre emettere ora i Btp, approfittando dei bassi tassi d’interesse garantiti dal nuovo intervento della Bce. Un ombrello che va usato subito per raccogliere le risorse necessarie a sostenere le piccole attività in crisi di liquidità. Così come vanno presi i 36 miliardi del Fondo salva Stati (Mes) per finanziare l’ammodernamento del sistema sanitario. A questi interventi immediati va poi affiancato un serio piano di riforme (giustizia, appalti, fisco, Pubblica amministrazione e burocrazia) per tornare ad attrarre investimenti esteri. Invece di spacciare visioni oniriche del tipo “rifondiamo l’Italia” e altre fesserie del genere - buone solo a prendere il plauso di chi non sa distinguere un soldo vero da uno fasullo - si mettano in campo tutte le misure possibili per il rilancio dell’economia. Riprogrammare tutti i fondi non spesi, riprogrammare le aste di Btp, prendere il Mes e anticipare le riforme: 4 mosse per salvare l’Italia. Nei prossimi mesi la ripresa globale sarà lenta, ma con un’accelerazione nel 2021 che porterà il più delle Nazioni a recuperare nel 2022 il Pil e l’occupazione persi nel 2020. Per agganciare questo treno dobbiamo prepararci fin d’ora. Basta perdere tempo.