Le Zes già attraggono i cinesi e gli americani
Francesco Guido, il Direttore regionale di Intesa Sanpaolo per il Mezzogiorno, ha annunciato che il Gruppo ha in esame, per le Zone economiche speciali del Sud, investimenti complessivi per 427 milioni, di cui un centinaio relativi a un player Usa dell’aerospazio. Sono soltanto le prime avvisaglie di quanto potrà generarsi dal fenomeno Zes. Intesa Sanpaolo sta promuovendo le potenzialità del nuovo strumento agevolativo per le imprese su scala internazionale. Di recente, lo ha fatto con un convegno all’ambasciata italiana di Pechino, dove non è mancato di certo l’interesse dei possibili interlocutori del colosso asiatico. Xin Xiuming, il vice presidente dell’associazione dei costruttori Chinca (China International Contractors Association) ha fatto, tra l’altro, un’apertura molto significativa verso il nostro Meridione, sottolineando come, a riempire di contenuti il memorandum definito con il nostro Paese in ordine alla famosa Via della Seta, possano essere anche progetti del Sud Italia. In pratica, grazie alle Zes e ai fattori di convenienza che le caratterizzano, rientra dalla finestra quello che, superficialmente, il governo Gentiloni non aveva a suo tempo fatto entrare dalla porta, restringendo ai porti di Genova e Trieste gli approdi italiani per il nuovo espansionismo asiatico. Una scelta penalizzante per il Mezzogiorno, ma anche contraria al buonsenso, visto che la crescita esponenziale dei commerci nel Mediterraneo suggerisce in primo luogo di potenziare gli scali del Sud, dotandoli finalmente di adeguati collegamenti intermodali con strade e ferrovie. L’importante è che lo capiscano tutti, a cominciare dai rappresentanti politici meridionali e da chi governa Regioni e grandi centri urbani del Mezzogiorno. Devono sviluppare strategie coese, rivendicando scelte e interventi funzionali a sfruttare la grande chance, documentata dalle cifre. Una per tutti: dopo un 2018 da record, i traffici via Suez nei primi nove mesi del 2019 hanno fatto registrare un ulteriore sostanzioso incremento del 3%. In attesa che i rappresentanti istituzionali dimostrino di saper “fare squadra”, è confortante che, tra le prime proposte pervenute a Intesa Sanpaolo per nuovi investimenti in area Zes, ve ne siano diverse facenti capo a imprenditori meridionali. È importante che le Zes attraggano nuovi insediamenti da altre aree, ma lo è almeno altrettanto che contribuiscano a consolidare e a rafforzare le imprese e la capacità produttiva del nostro Sud.