Ma quali Stati generali, date retta alla Castelli
Bene, brava, bis. Laura Castelli è una tipa tosta (politicamente parlando, per carità). Capita raramente di essere d’accordo con la viceministra dell’Economia, ma stavolta ne ha detta una giusta e - nell’attesa che la faccia anche - è sacrosanto sottolinearlo. Parlando con il “Corriere della Sera” l’esponente M5S (e non fate quella faccia, neanche voi siete perfetti) ha accolto la soluzione che la scorsa settimana il “Roma” si era modestamente permesso di suggerire al Governo: invece di continuare a cazzeggiare attorno a Stati generali, piani del tipo Colao meravigliao e altre amenità del genere, mettersi al lavoro sull’unica cosa concreta da fare in tempi brevi per evitare il collasso di tante imprese e famiglie in autunno. Avevamo consigliato una rapida e seria ricognizione di tutte le risorse stanziate e non spese negli ultimi anni che giacciono nei cassetti dei ministeri, al fine di riprogrammarle e farle confluire in un unico fondo. Un Fondo di salvezza nazionale, tramite il quale fare ciò che l’Esecutivo ha realizzato finora solo in minima parte: trasferire per davvero risorse all’economia produttiva, mettendo quei soldi su veicoli legislativi in grado di arrivare dov’è necessario in maniera rapida ed efficace. Avevamo aggiunto che una ricognizione seria avrebbe fatto scoprire che di miliardi disponibili ce ne sono parecchi. Senza fare altro debito e senza attendere l’Europa. Bene. Zitta zitta, quatta quatta, la signora in giallo ci ha dato retta. Facendo la scoperta che annunciavamo: oltre ai «100 miliardi che Anas e Rfi hanno già programmato», ci sono «circa 16 miliardi di fondi fermi nei ministeri, mentre altri 6,5 attendono di essere spesi nel settore idrico. E ho appena interpellato l’Inail sui 4,5 miliardi fermi dal 2013 e destinati all’edilizia sanitaria e scolastica. In tutto, circa 127 miliardi di euro da sbloccare. E la ricognizione non è finita, sono sicuramente di più», ha annunciato entusiasta. Ci fa piacere che la Castelli abbia accolto il nostro suggerimento, ma non vorremmo che ora cadesse nello stesso errore compiuto da tanti suoi colleghi in passato: provare a sbloccare quelle risorse - senza riuscirci - per utilizzarle negli stessi ambiti per i quali erano state stanziate. Le priorità sono cambiate. Servono decisioni urgenti e straordinarie per riprogrammare la destinazione di almeno una parte di quest’ingente massa di denaro. Al netto di quelli messi in cantiere per strade e ferrovie, gli altri 30 miliardi circa vanno usati per l’emergenza economica. La politica deve capire che c’è un prima del Covid e un dopo. Egregia viceministra, informi i suoi colleghi di governo della strabiliante scoperta che ha fatto; li convinca a lasciar perdere gli Stati generali e i pdf di Colao (a proposito, mancano la ricetta per garantire la pace nel mondo e quella per sconfiggere la fame, un vero peccato). Lei, che con questo intervento ha dimostrato di essere una che bada al sodo, spieghi ai suoi amici a palazzo Chigi che devono darsi una mossa. Perché qui non c’è più tempo. Mica glielo dobbiamo spiegare noi che in 3 mesi oltre 100mila persone hanno già perso il lavoro; che la produzione industriale è crollata del 42,5% e che - come dice finanche il vostro Mimmo Parisi, che avete piazzato al vertice dell’Agenzia per le politiche attive del lavoro - rischiamo almeno mezzo milione di disoccupati solo nel prossimo semestre. Lo Stato deve far arrivare immediatamente liquidità ad aziende e famiglie per far ripartire i processi produttivi, altrimenti la crisi si avviterà in maniera devastante. O pensate di rendere perpetua la Cassa integrazione per tutti? Dia retta a noi: riprogrammate e ridestinate subito tutte le risorse disponibili, altrimenti ci toccherà proprio quel commissariamento modello troika europea che voi a parole respingete. Ma che nei fatti preparate.