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Male per il Paese e peggio per il Sud

Opinionista: 

Anche la storia (o “storiella” ma senza mancare di riguardo a nessuno e non drammatizzando troppo), si ripete sempre: prima come farsa, poi come tragedia. Siamo arrivati a questo secondo risvolto? Se “tragedia” è mancanza di serietà e di coerente impegno, se ancora alla “tragedia” non siamo arrivati, poco ci manca a varcare la temuta soglia…. (naturalmente con “allegria”: quella che caratterizza i poetici “naufràgi” ungarettiani). Pensiamo: in Umbria la maggioranza Pd-5Stelle è andata sotto di parecchio. Ma il premier Conte dice a se stesso “e io che c’entro?”. Se poi c’è da autoconsolarsi, cita “Meraviglioso” di Modugno: ”Ho il cielo, il sole e il mare…”.La terra no perché nella ex rossa regione-cuore d’Italia diventata fin troppo verde, gli è sfuggita da sotto i piedi. Contro canto salviniano, dopo il voto del 27 ottobre, “Una splendida giornata” di Vasco Rossi. *** UN CONTE SOTTO ASSEDIO. Ci chiediamo: ma questo premier è preoccupato più per la manovra di bilancio o di quello che dice e fa Renzi? Dicembre si avvicina e le cifre non tornano. Togli qui, togli là e le mani del Governo finiscono sempre nelle tasche del Paese. Si dà per certo che la pressione fiscale non diminuirà e che le nuove tasse, merendine comprese, alleggeriranno i contribuenti di altri due milioni nel 2020 e di quattro nel 2021. Si sa che dalla Commissione europea non arriveranno segnali di “ammorbidimento” per quanto riguarda il debito pubblico e l’allineamento alle scelte economiche generali. Il premier vi aggiunge, poi, un problema di duplice immagine: una “personale”, la vicenda della sua consulenza al fondo coi soldi del Vaticano; l’altra, gli strascichi del Russiagate. *** TERRENO SCIVOLOSO. Per il Premier è quello della politica e dei rapporti con gli “azionisti” governativi. Lui, ovviamente, ci ha messo del suo. Si vota in Umbria e come fa a dire che il voto di questa regione, viste le quantità demografico-abitative, non vale più di quello di Lecce? Però poi lo assale la paura di uno smacco clamoroso e cerca il “gol” del recupero in zona Cesarini. Ma la foto di Narni che lo ritrae con Di Maio e Zingaretti, è un pallone che va molto fuori dalla porta (anzi, non la sfiora nemmeno). Non era neppure una foto di coalizione perché Renzi e la sua “Italia viva” si sono ben guardati dal farsi vedere (non hanno vinto, ma nemmeno perso…). Ora il fiorentino ex premier rientra dagli Usa, via Emirati Arabi,e subito sbotta: ”Ritrovarmi alleato con il M5s mi costa molto”. E’ o no un anticipato avviso di sfratto la precisazione che “tuttavia il Governo deve andare avanti con o senza Conte”? Poi aggiunge, glaciale, ”a chi può importare il destino di Conte?”. *** SI VA IN EMILIA ROMAGNA. Il Governo non è nelle condizioni migliori. Secondo Alessandra Ghisleri, sondaggista affermata che quasi sempre “ci azzecca”, Pd e Grillini dureranno poco: 1 elettore su 3 non si fida di loro. Zingaretti, vox clamans in deserto, mette le mani avanti: ”Non si può governare tra avversari e nemici. Nessun membro dell’alleanza può darsi da fare per distruggere l’altro”. E’ chiaro: Renzi, “forte” di un accreditato 5-6 per cento elettorale, non gli perdona di essere stato scelto come Segretario e di averlo “costretto” alla scissione. Luigi Di Maio, per conto suo, è in “sprofondo rosso”: molti senatori gli remano contro. Lo considerano inadeguato per i ruoli che ha, gli consigliano di dimettersi e riposarsi. Nel gradimento degli elettori, è molto distanziato da Conte, Salvini e Meloni. Ora, in vista del 26 gennaio emiliano-romagnolo, il “capo” del Movimento, o di quel che resta, dice che è “meglio correre da soli, equidistanti da tutti”. *** UN ROSSO SCOLORITO. In Emilia-Romagna il “ribaltamento” non sorprenderebbe. Già nel 1999, in carica fino al 2004, Sindaco di Bologna, roccaforte della sinistra, venne eletto Giorgio Guazzaloca di Forza Italia. Presidente dei macellai della città e poi nazionale, si affermò come “uomo del fare”: attento ad artigiani e commercianti, ma anche a banche e Camere di Commercio. Autodidatta, aveva letto molti libri e così mostrava di non avere complessi a governare una città “dotta e grassa”. Come sfida, l’annuncio della candidatura per il Comune volle darlo alla “Bolognina” storica sede del comunismo. Per sconfiggerlo, 5 anni dopo la Sinistra si raccolse tutta intorno a Sergio Cofferati, già leader della Cgil. Altro precedente clamoroso a Ferrara, nel giugno 2019: dopo 74 anni di dominio della Sinistra, diventa Sindaco Alan Fabbri, ingegnere dei materiali. Con lui la Lega salviniana passa dal 3,36 al 56,77. Nando Pagnoncelli vede ora il Centrodestra al 50,3 e i partiti di governo, Renzi incluso, al 41,3 (ma i sondaggi non sono ancora “oracoli perfetti”). *** LA PAROLA ALLA SVIMEZ. L’Associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno presenta il rapporto 2019: il Nord è quasi fermo, le regioni meridionali a picco. Qui la crescita zero è recessione non stop. Tra le cause il reddito di cittadinanza “spreco di risorse pubbliche” (a pro di spacciatori, contrabbandieri, ladri), mentre investimenti produttivi avrebbero potuto creare lavoro e redditi sicuri. Ora la Whirlpool (420 dipendenti) porterà via le lavatrici di via Argine a Napoli. A Pomigliano, nell’irpina Pratola Serra e a Melfi non si sa cosa accadrà con il quarto gruppo mondiale dell’auto: Fca per Fiat-Chrysler e Psa per Peugeot-Citroen. In queste sigle gran parte del nostro futuro.