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Napoli, la città dove si finge di ripartire

Opinionista: 

Una volta le inaugurazioni erano vere inaugurazioni. Si realizzavano una volta e basta. Poi qualcuno scoprì che quel modo di fare era uno spreco, che non rendeva adeguatamente in termini di visibilità politico istituzionale, e si provvide a celebrare la stessa opera in più occasioni. A ogni ministro disponibile, si ripeteva la cerimonia del taglio di nastro, con qualche complicità anche del sistema mediatico, che evitava di chiosare quell’eccesso di spregiudicatezza. Oggi, a Napoli in particolare, siamo giunti a un nuovo stadio del rapporto tra servizi pubblici e comunicazione. È la volta delle finte partenze, oppure, di azzardo in azzardo, delle false ripartenze. Esempio della prima? La magica stazione Duomo della Linea Uno della Metropolitana. Rimandando un anno, posticipando un altro, dopo decenni di attesa, la nuova data per l’apertura della stazione era stata fissata per il prossimo aprile. Nelle ultime settimane sulla vicenda era calato il silenzio. Puntualmente c’è stato l’ennesimo rinvio. Signori, si riparte! La nuova scommessa è per settembre 2020. Nel frattempo, si rincorrono false ripartenze, o magari ripartenze zoppicanti. È il caso del ripristino dell’intero percorso attuale della Linea Uno, dopo l’incidente di Piscinola. La fine di un incubo per i cittadini fruitori dell’ultimo segmento, che congiunge Scampia con i Colli Aminei? Nient’affatto. Neppure il tempo di ripristinare, e si sono ribloccate le corse. Per ore, o anche solo per decine di minuti, ma l’andazzo si ripete a giorni alterni. Promette di diventare la prassi di questi mesi infernali, che separano gli sventurati passeggeri della presunta tratta veloce del trasporto pubblico dal potenziamento del parco treni dell’Anm, previsto per la fine del 2020.   Nel frattempo, i nuovi smaglianti tram di via Marina si fermano a singhiozzo, per problemi elettronici, pare dovuti al malfunzionamento dei contatori. È solo una ipotesi, non tocca a noi scendere nel dettaglio tecnico. La certezza è che, dopo anni di attesa, i problemi non si sono affatto esauriti. Così come non si chiude la vicenda delle griglie di piazza Plebiscito, si prolungano indefinitamente i cantieri di via Carbonara, restano incompiuti i lavori di piazza Municipio. Non abbiamo mai vestito i panni del disfattista. Siamo convinti della giustezza del vecchio aforisma ‘meglio tardi che mai’. Ma se vogliamo saltare sul treno dell’innovazione per rilanciare le sorti di Partenope, urge bluffare di meno e centrare, ogni tanto, anche qualche obiettivo.