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Napoli, Pd nel guado Fuori dal Paese reale

Opinionista: 

Ma c’è ancora una politica a Napoli, intesa come costante impegno civile, sociale, organicamente strutturata, capace di fare da guida affidabile in questo post pandemia? A farcelo temere sono un po’ tutti partiti e movimenti, alcuni in quarantena già prima che si diffondesse il Covid-19, altri inconcludenti per manifesta incapacità, e qualche altro ancora confuso, in un guado, dove si sognano le “magnifiche sorti e progressive” ma mancano le condizioni basilari per farlo. Ci riferiamo in particolare al Pd, che, dopo il lungo principato di Bassolino, non è riuscito a trovare una unità di intenti, quella indispensabile connotazione identitaria per rimettersi alla testa delle nuove sfide metropolitane e pilotare una rinascita vera non declamata. Aver fatto contare in questi anni un sindaco, sempre in bilico con maggioranze risicate, raccogliticce, per giunta dai bilanci irrisori, ne è la riprova. La situazione oggi è addirittura peggiorata, nonostante una certa vitalità di facciata riferibile alle varie articolazioni correntizie, riflette la genericità, la piattezza della leadership Zingaretti. È qui il limite di un Pd, preso solo dall’ardita ambizione di fare dei “Cinquestelle”, portati al governo, un sol boccone, mentre la realtà odierna fa temere ben altro. Questo ha generato uno scollamento generale, che a Napoli ha significato e significa mancanza di attenzione critica, di sensibilità politica su ciò che riguarda il territorio, fuori da ogni nuova grande progettualità. La conferma probante di tale disinteresse verso il Paese reale viene da un importante comparto della nautica da diporto. Nel febbraio scorso, pochi giorni prima che scoppiasse il maledetto virus, alla Mostra D’Oltremare, si tenne il 47° Salone Internazionale del Nauticsud, un settore che rappresenta il 5% del Pil Nazionale, con circa 5 miliardi di fatturato, a inaugurarlo fu il ministro della Università e Ricerca Gaetano Manfredi, il quale disse: “La filiera della Nautica è una filiera molto importante non solo per l’impatto economico ma anche perché oggi è una filiera ad alta tecnologia. La capacità delle nostre aziende di stare sul mercato è legata anche al saper coniugare una grande tradizione con una grande capacità di innovazione, che è la chiave di volta per essere competitivi e soddisfare la clientela. Su questo punto io ritengo che la Campania abbia molto da dire perché il sistema delle imprese, che anche qui al Nauticsud è rappresentato, ha avuto questa grande capacità e se opportunamente sostenuto potrà essere uno dei punti di forza a livello italiano nella competizione internazionale nell’ambito dell’economia del mare, che è una delle leve decisive della crescita futura a livello europeo”. Risultato? Il “loockdown” della Nautica, deciso dal Governo, è stata una doppia follia: oltre a non considerare strategica questa produzione(5% del Pil) l’ha bloccata nel periodo peggiore, in cui ci si preparava alla consegna e agli incassi. E non è finita. Il resto è venuto poi dal decreto rilancio, in cui questo settore esce ulteriormente mortificato; anche per un'altra novità tutta “europea” l’aumento del 10% dell’aliquota Iva per la nautica da noleggio. Bastava poco che un Pd vigile, attento, avesse ricordato al “suo” ministro, per giunta napoletano, di “tener fede alle parole dette al Salone del Nauticsud” e oggi quel comparto, una nostra eccellenza, avrebbe potuto guardare al futuro con più ottimismo.