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Napoli, risvolto amaro per il voto a ottobre

Opinionista: 

Non è un fatto da poco se i giornali scrivono, in “caratteri di scatola”, di una Caporetto con la Lega fatta fuori assieme a 3 elenchi pro Maresca. Il primo colpo dato dalla Commissione prefettizia (troppe irregolarità nel presentare i candidati), poi quello del Tar. Definitiva la bocciatura del Consiglio di Stato i cui giudici si sono riuniti, a Roma, in Palazzo Spada (nome tremendamente allusivo visto il ruolo che a loro spettava di tagliatori di liste e di teste?). Ma chi ha colpito e (sembrerebbe) affondato Catello Maresca aspirante sindaco? La risposta dei suoi veri “omicidari” è troppo sbrigativa e semplicistica: le istituzioni di controllo e le procedure medioevali. Ecco il comportamento detestabile della politica: dare sempre la colpa agli altri mai capace di guardare, autocriticamente, dentro se stessa. Per questo il Centrodestra rischia di allontanarsi da Palazzo San Giacomo.

*** SALVINI DOUBLE FACE. Lega partito di lotta e di governo: è la strategia che i comunisti, con le diverse sigle, hanno seguito negli anni scorsi. Risultato: una perdita di consensi. Salvini nel Governo è per i vaccini e il green pass anche perchè il 70 per cento del popolo “verde” ne è sostenitore? Fuori, nelle piazze, strizza l’occhio alla contestazione più oltranzista cui offre la sua sorprendente convinzione che “è il vaccino a produrre le varianti”. A Napoli gira al largo da Maresca (mai un’uscita pubblica insieme) che pure ha voluto candidato in nome del civismo che diceva di condividere. Nel frattempo i suoi sbagliavano presentando le documentazioni senza il simbolo di appartenenza. Se Napoli doveva essere porta d’ingresso verso un Sud “leghista”, i calcoli dovranno essere rifatti daccapo!

*** “IO SONO GIORGIA”. Come titolo del libro (autobiografico) orgogliosamente rivendicativo e un po’ troppo narcisistico-egocentrico, funziona. Del resto portare un piccolo partito a 2 cifre percentuali e dalla Garbatella diventare leader dei Conservatori europei, non è da tutti. La Meloni può vantare d’esserci riuscita. Però attenzione: salire verso l’alto non è facile, ma molto più difficile è rimanere dove si è giunti. E se l’onda lunga cominciasse a ritirarsi proprio da Napoli? I Fratelli d’Italia non volevano Catello Maresca e al suo posto proponevano l’avv. Sergio Rastrelli, nome certamente di rilievo. Ma una volta raggiunto l’accordo “a tre”, che senso ha continuare a rimpiangere il figlio di chi è stato presidente della Regione per 4 anni (1995- 1999)? Non è questa, a pochi giorni dal voto, una delegittimazione del magistrato che si presta alla politica, un togliergli terreno da sotto i piedi?

*** TAJANI SENZA “FORZA”. Non quella fisica, ovviamente, ma quella che precede il nome ”Italia”: il partito che, con Berlusconi non fisicamente in campo, è come deprivato di spina dorsale (averne solo il nome sulla scheda rende in consensi assai meno). Nè i fatti dimostrano che serva al partito avere al Governo un ministro particolarmente attivo e pieno di buone intenzioni come Mara Carfagna (Mezzogiorno, politiche di sviluppo e di inclusione). Ecco ”Forza Italia” dimagrita di voti, dove però imperversano tanti “piccoli galli” che hanno trasformato, quel che restava del partito, in un rissoso pollaio. E Antonio Tajani che pure è stato Presidente del Parlamento europeo (2017-2019)? Possibile che il suo ruolo sia solo quello malinconico di prendere atto che con tanti galli a cantar, ancorchè piccoli, non farà mai giorno? Un puntuto osservatore come Vittorio Del Tufo non esita ad affermare che, ormai, i “tre” del Centrodestra non sono più una coalizione, ma una “seduta di psicanalisi permanente”. Come dire che, più delle urne, serve a loro il lettino del dottor Freud.

*** GIÙ LE MANI DA SAN GENNARO. In vista del miracolo che il patrono di Napoli ha puntualmente compiuto il 19 settembre, giorno onomastico), il Vescovo Domenico Battaglia ha fatto trapelare che non avrebbe gradito la presenza dei candidati a Sindaco. Forse ha pensato che, essendo molto generoso, San Gennaro non avrebbe “detto no” a nessuno (così lo ha sempre rappresentato Giuseppe Marotta). Ma uno c’era: Antonio Bassolino che, “passo dopo passo” secondo la sua strategia politica, è arrivato all’altare e ha visto da molto vicino la liquefazione del sangue.