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Noi, l’Europa e le unioni gay

Opinionista: 

Ènotizia dei giorni scorsi che l’Europa voglia intraprendere delle azioni contro l’Italia perché non si è ancora munita di un’adeguata legislazione che regolamenti le unioni gay. A parte il pessimo gusto di una simile iniziativa ciò che mi ha sconvolto ancora di più è la posizione assunta da moltissimi nostri politici i quali, anziché difendere la nostra sovranità nazionale, hanno fatto a gara a cercare di tranquillizzare i vertici europei circa la promulgazione entro breve tempo di una legge in materia. E la nostra sovranità nazionale? È morta? Per chiarezza ci tengo a precisare che la mia opinione personale è nettamente a favore di una legislazione che governi le unioni gay. Più precisamente ritengo che il matrimonio civile potrebbe diventare attuabile tra due individui maggiorenni indipendentemente dal loro sesso, religione, status sociale, opinioni politiche etc. In questo modo si applicherebbero automaticamente anche alle unioni gay le legislazioni relative all’eventuale separazione o divorzio. Per completezza ci tengo anche a precisare che, però, sono contrario alle adozioni da parte di coppie gay. Dopo avere espresso chiaramente la mia opinione personale mi inchino sinceramente a qualunque possa essere il risultato di una votazione in Parlamento o di natura referendaria. Ciò che però non posso tollerare assolutamente è l’ingerenza di qualunque ente esterno all’Italia che debba imporci la propria opinione o suggerirci l’eventuale linea di azione. Accetto e rispetto qualsiasi esito una consultazione diretta o indiretta del popolo italiano ma, per cortesia, la cosiddetta Europa stia al posto suo e non ci indichi o suggerisca o, peggio ancora, cerchi di imporci la propria idea fosse anche solo con pressioni marginali, Che poi si accinga ad attivare un’eventuale procedura infrattiva lo trovo anti democratico, anti popolare, contrario alla sovranità nazionale e del tutto privo di qualsiasi fondamento morale politico e giuridico visto, tra l’altro, che, fino ad oggi, la cosiddetta Europa può essere considerata al massimo un’associazione economica, peraltro, anche incapace di risolvere i veri problemi di cui dovrebbe occuparsi.