Ora Crozza avrà solo l’imbarazzo della scelta
Preg.mo Direttore, è finito il dibattito politico anche al Senato, con lo scontato voto di fiducia all’Esecutivo “Conte due”. Non mi soffermo né sulla qualità del dibattito, sia alla Camera che al Senato, né sulle valutazioni politiche, che pure, per chi mi conosce, sono di ampia riserva sul neonato “nuovo” Governo. Voglio sottolineare, invece, come nelle dichiarazioni programmatiche del “vecchio” “Difensore del Popolo”, professor Conte, ci sia di tutto e di più. Ho molto apprezzato, in tal senso, l’intervento della senatrice Emma Bonino, sempre equilibrata e mai fuori dalle righe, come si conviene in un dibattito nelle aule Istituzionali: in sostanza, la senatrice ha dichiarato di votare contro questo Esecutivo non per ideologia diversa, né per partito preso, ma essenzialmente per la vaghezza e ovvietà delle dichiarazioni del presidente Conte. “Chi non vuole gli asili nido più numerosi, soprattutto in Italia meridionale? Chi non vuole più sicurezza? Chi non vuole migliorare la vita dei cittadini? Chi non vuole la Pace. Chi non la crescita economica, e via dicendo?”. “La fiera delle ovvietà”, ha appellato la Bonino le dichiarazioni di Conte, ed ha perfettamente ragione! Le dichiarazioni di un presidente del Consiglio designato, che si presenta al Parlamento per la fiducia al suo Governo, si chiamano “programmatiche”, perché devono esporre un programma, particolareggiato, con l’indicazione delle priorità e delle risorse in grado di attuare il programma stesso! “Rien de rien” avrebbe detto la divina Edith Piaf: niente di tutto questo! Ma quel che mi colpisce di più, non solo nel discorso programmatico, ma anche negli interventi dei parlamentari, specie dei 5 Stelle, e, soprattutto nelle solite dichiarazioni “a raffica” giornaliere, con i selfie sempre pronti, è quello di non aver speso o trovato una parola sui ministri uscenti e non riconfermati, soprattutto quelli cosiddetti “ministri tecnici”. Mi riferisco, in particolar modo alla ministra della Difesa Elisabetta Trenta, ed al ministro dell’Economia Giovanni Tria. Due ministri (ex) che hanno ben operato nell’interesse dell’Italia, prendendo anche decisioni divergenti e coraggiose verso il trascorso Governo (parte di esso). Per la ministra Trenta posso parlare con cognizione diretta, essendo, lei, docente alla Link Campus University, dove pure io ho l’onore di insegnare, e assicuro che è persona di prima qualità con un curriculum eccezionale, proprio in campo militare: laureata in Scienze Politiche alla “Sapienza” di Roma, è stata consigliere politico della Farnesina in Iraq, esperto senior a Nassiriya in Iraq; nominata con decreto ministeriale Capitano della Riserva in Esercito, è stata consigliera nazionale nell’ambito della missione interforze delle Nazioni Unite (Unifil) in Libano. Ha insegnato, sempre alla Link University come vicedirettore del Master in Intelligence ad Security (i nostri servizi segreti, tanto per intenderci, che assicurano la nostra incolumità da attacchi terroristici). Questo, ed altro ancora, è Elisabetta Trenta. Da generale delle Forze Armate, seppure in congedo, ma con esperienza quarantennale, posso assicurare che la prof.ssa Trenta è stata una delle migliori ministri della Difesa (come la sua predecessora, la Pd Pinotti, anche lei molto apprezzata nelle Forze Armate). E che dire, poi, dell’ex ministro dell’Economia Giovanni Tria? Laureato anche lui alla Sapienza di Roma, in Economia, è stato docente di Macroeconomia alla stessa Università, poi di Economia Politica all’Università Tor Vergata di Roma, ancora Preside della facoltà di Economia nella stessa Università. Autore di molti libri e saggi nel settore economico, è stato membro del Consiglio di Amministrazione Internazionale del Lavoro in Europa, dove è molto apprezzato. Il prof. Tria è stato il classico “agnello sacrificale”, cinicamente scelto al posto del prof. Savona, noto antieuropeista (ricordate la “querelle” tra il Quirinale e i 5 Stelle, per cui il rampollo Di Maio voleva l’impeachment di Mattarella?). A lui sono toccati gli “schiaffoni” della Troika di Bruxelles, quando Salvini voleva sforare il patto di stabilità; a lui fu tolto letteralmente il microfono dall’ineffabile Rocco Casalino, quando stava per dire la verità sui disastrati conti economici italiani; a lui sono giunte contumelie, specie della Lega, e chissà quante ne ha ricevuto lontano dalle telecamere e giornalisti! Per questi due ministri, tra l’altro nemmeno con la tessera di partito, nessuno ha speso una parola di ringraziamento, per l’opera svolta, tra mille difficoltà. Il presidente Conte, che si attribuisce il merito di aver “salvato” l’Italia dalla procedura di infrazione annunciata da Bruxelles, mica ha dato atto al buon Tria che il lavoro di “cucitura” è stato del fin troppo paziente Tria! A cominciare dal presidente del Consiglio, per finire ai 5 Stelle, che sono stati parte essenziale del precedente Governo, è come se volessero cancellare anche la più piccola traccia del loro passato cammino, anche quello fatto in compagnia di personalità eccellenti. Mi dispiace veramente per questo cinismo, e posso capire anche lo stato d’animo dei due ex ministri. Mi dispiace anche per… Crozza, che dovrà sostituire la scena bellissima di Tria che vorrebbe tirar fuori dalla borsa i documenti economici veri, ma gli viene impedito. Ma per lui, così bravo e intelligente, il rimedio è già pronto: non ha che l’imbarazzo della scelta nel trovare il suo “ bersaglio” in questo Governo!