Parigi come Napoli? Ma faciteme ’o piacere
«’O pernacchio non è un suono. ’O pernacchio è rivoluzione, è libertà. ’O pernacchio è ’a voce d’ ’a gente ca nun tene voce. ’O pernacchio è un calcio in culo a tutt’ ’e putiente»
Parigi come Napoli? Place de la Concorde come via Marina? Strade spertusate sotto la Torre Eiffel così all’ombra del Vesuvio? Così potrebbe apparire dalle foto postate su facebook dall’assessore comunale ai lavori pubblici Mario Calabrese in occasione di una visita nella capitale francese. Eh, ma nun nce vo’ nient’ato! ‘E pertuse so’ cosa nosta. Napoli ne è la capitale incontrastata. Il bravo assessore ha pubblicato sul web delle foto di alcune escoriazioni del manto stradale grandi come una mattonella e profonde pochi millimetri e ha commentato: “Capita anche a Parigi”. No, carissimo assessore. Ne deve mangiare tozzole ‘e pane sereticcio la metropoli francese, per uguagliare i nostri straordinari primati. Gli scarsi 50 centimetri quadrati delle sbucciature stradali di Place de la Concorde non tengono proprio niente a che vedere con le voragini ad altezza uomo della nostra via Marina. Se mai dovesse esserci crisi di sepolture al cimitero di Poggioreale, i napoletani potrebbero sempre essere seppelliti direttamente nei fossi del centro cittadino. E in altre zone ci sono buche che sono vere e proprie trincee militari. Se mai dovessimo essere attaccati da truppe straniere, avremmo come difenderci. Altro che Linea Maginot! Vogliamo parlare della durata delle buche stesse? A Parigi nu pertuso non ha che poche ore di vita. Una segnalazione e subito viene appilato. A Napoli la maggior parte delle voragini sono diventate maggiorenni da tempo… hanno più che compiuto i 18 anni. E che dire del sistema di segnalazione di possibile pericolo? Ci vuole arte e passione anche in questo. A Parigi il buchetto viene immediatamente recintato da freddi blocchi di cemento armato, sorvegliati da gendarmi anch’essi armati. Semplice, banale. E poi il tutto dura pochi minuti. Neanche il tempo per una partecipazione cittadina. A Napoli le segnalazioni sono dette “provvisorie”, ma durano un’eternità. Picchetti di ferro arrovagliati in strisce di cartabianco rosa. Una sorta di paletti per lo slalom. Sci per tutti. E i napoletani si allenano, schivano, dribblano, evitano… come in certi corsi di sopravvivenza. E la fantasia delle segnalazioni? Le buche vengono attenzionate con bidoni d’a munnezza, scaldabagni fulminati, cessi scardati. Arte moderna! Come i cazzimbocchi ammontati sul ciglio dei fossi… piccoli monumenti alla strada che fu. Parigi come Napoli? Ma faciteme ’o piacere! E non mi venite a dire che i parigini sanno fa pure ‘e pernacchie. Di palo in frasca. Anche in Italia sarà previsto il reato di tortura. Era ora? E buchi, ‘e fuosse, ‘e pertuse, le voragini stradali non sono forse “torture” per i cittadini napoletani?