Accessibilità:
-A A +A
Print Friendly, PDF & Email

Perché il Piano per il Sud non finisce in copertina

Opinionista: 

Diciamo la verità. La scelta di aprire le slide del Piano per il Sud con il castello di Duino a Trieste è stata un infortunio imperdonabile, pari a quello del funzionario Rai che fece scattare la mezzanotte del nuovo anno un minuto prima del dovuto. Ma ancora più scandaloso è che, come ha giustamente rimarcato Isaia Sales, nei grandi quotidiani nazionali il Piano per il Sud sia stato “relegato nelle notizie che si debbono dare per forza ma che non fanno parte della linea editoriale”. Sales ha evitato di aggiungere, a rafforzare la sua tesi, che la beffa di Duino è stata anche il pretesto per il Corrierone di limitarsi a liquidare la faccenda con un gossip. La notizia del Piano, insomma, si è ridotta a una nota neppure caustica, se mai di humour bonario, con cui si chiosa una ragazzata. Nelle stesse poche righe, e con lo stesso spirito, è stato trattato anche il documento. Eppure il Paese ha cominciato a declinare da quando il Sud è stato cancellato dalla sua agenda. La classe dirigente padana si è illusa di poter trascurare una macro area in ritardo di sviluppo, non solo sotto il profilo della comunicazione ma anche sotto quello, più tangibile, delle risorse pubbliche trasferite dal centro alla periferia. Il risultato è quello che vediamo, un Paese che viaggia a ritmi inferiori alla media europea, in coda per produttività e competitività. In cui la politica continua a essere terreno di polemiche sterili, senza prendere di petto la questione delle questioni: un’area che al momento rappresenta una zavorra per l’economia complessiva nazionale, ma che ha margini di crescita straordinari. Basta concentrare risorse, impegno politico istituzionale, fattori di attrazione degli investimenti. Il Mezzogiorno, se riportato al centro delle politiche di sviluppo, diventerebbe per l’Italia la classica gallina dalle uova d’oro. Ma è proprio per questo che una notizia come la presentazione del Piano per il Sud dovrebbe finire in copertina, nelle prime pagine dei giornali nazionali. Perché questo accada, bisognerebbe tuttavia prestare maggiore attenzione al monito del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricordato in premessa nelle pagine iniziali del Piano: “In particolar modo è necessario ridurre il divario che sta ulteriormente crescendo tra Nord e Sud d’Italia. A subirne le conseguenze non sono soltanto le comunità meridionali ma l’intero Paese, frenato nelle sue potenzialità di sviluppo”. Il problema è che il resto d’Italia non ha ancora assimilato la lezione.