In piazza contro i fascismi ma anche contro il Governo
Metto a confronto alcuni titoli dei maggiori quotidiani italiani apparsi ieri a commento della manifestazione indetta a San Giovanni a Roma che hanno più il sapore di una critica che quello di una cronaca vera ed obiettiva. “Repubblica”così titola l’articolo di Francesco Merlo (apparso nelle pagine interne): “Bella ciao e bandiere rosse con il popolo della sinistra sfila anche la nostalgia” e come se non bastasse l’occhiello rincara la dose: “Nel raduno indetto dalla Cgil sono risuonati gli slogan dei comizi del passato”. Meno male che un altro occhiello riporta la frase di una giovane coppia: “I fascisti non assaltano mai la Confindustria, assaltano il sindacato dei lavoratori”. Il “Corriere della sera” dedica alla manifestazione una foto in prima pagina col titolo “I sindacati in piazza: siamo in 200mila” e rinvia alle pagine interne che tra le altre notizie i 200mila diventano, secondo le stime della questura, 60mila. Tra l’altro il giornale dà notizia di un nuovo attacco informatico che ha messo in crisi il sistema di comunicazione del sindacato. Ma non si è trattato solo di una manifestazione di protesta contro i fascismi (un plurale che indica la pericolosa diffusione dei gruppi di estrema destra) ma anche un forte richiamo al Governo su un articolato piano di riforme: dalle pensioni agli ammortizzatori sociali, dal netto rifiuto delle delocalizzazioni, dal rispetto dei contratti nazionali alle misure di sicurezza contro gli incidenti sul lavoro. Landini nel suo discorso ha tenuto più volte a precisare che non è stata una piazza di parte, ma una manifestazione che accanto alle richieste di riforma e di miglioramento delle condizioni e delle prestazioni ha posto con forza, specialmente dopo l’assedio ai locali della Cgil, il problema di una difesa dai vergognosi e vili attacchi di coloro che ancora si definiscono fascisti o, peggio ancora, nazisti. In tutto questo non si può non segnalare il quasi silenzio del presidente Draghi che attende la pronuncia della magistratura su una ipotesi di scioglimento delle organizzazioni neofasciste e neonaziste, come se non esistessero prove documentate dalle riprese televisive. Siamo dinanzi a una delega che non ha nulla di giuridicamente fondato, ma solo l’attesa di un intervento di poteri terzi come la magistratura. Sempre il “Corriere della sera” chiude le due pagine dedicate alla manifestazione riportando la frase, mentre Landini sta per iniziare il suo discorso, affidata a uno striscione: “Noi con i fascisti abbiamo finito di parlare il 25 aprile del 1945”.