Piazza Garibaldi resta la terra di nessuno
Gli agenti della Polizia Municipale, nei giorni scorsi, si sono rivolti al Sindaco ed al Prefetto per denunciare di essere stati abbandonati da Governo e Comune che, a loro dire, farebbero finta di ignorare il problema di piazza Garibaldi lasciandoli da soli e con poche pattuglie che quotidianamente vengono esposte a “inutili e inaccettabili rischi personali” a fronteggiare una situazione estremamente grave. La loro iniziativa ha di colpo fatto capire che a Napoli non esiste solo il problema della movida fuori controllo. I quotidiani cittadini occupano quotidianamente le loro pagine per rendere conto dei punti di vista di amministratori comunali, comitati di residenti e gestori di baretti. Un problema, indubbiamente, che da anni tiene banco in una città dove, però, ci sono mille emergenze cui l'attuale sindaco ed i suoi collaboratori non sono mai riusciti a dare una risposta. Sono passati 16 anni da quando fu presentato il progetto di riqualificazione di piazza Garibaldi a firma dell’architetto Dominique Perrault, che nelle intenzioni avrebbe dovuto rappresentare un progetto di non solo architettonico, ma anche di rinascita sociale. Dopo un anno dalla completa apertura della piazza nonostante la presenza di aree verdi, parcheggi, campetti da calcio e basket, giostrine per bambini e spazi aperti, la resa con l’invio della nota degli agenti della Polizia Municipale. Chi si era illuso che il restyling della piazza da solo sarebbe bastato a determinare effetti positivi con una efficace ricaduta sociale è servito. Piazza Garibaldi è di nuovo terra di nessuno e non c’è reato contemplato dal codice penale che non si commetta lì e nelle zone a ridosso della Stazione. Gli stessi problemi si registrano, infatti, a Porta Nolana, nel Vasto, a Porta Capuana ed al Corso Lucci. Prostitute, spacciatori, borseggiatori, ricettatori, venditori di telefonini e biciclette rubate, ambulanti abusivi che occupano ogni metro di spazio libero con merce di ogni genere, stracci e rifiuti. Uno stato assoluto di degrado dovuto al mix esplosivo che ha messo in diretta connessione la delinquenza locale con i tantissimi immigrati, per lo più clandestini, che stazionano per larga parte della giornata in questa parte della città. Gli immigrati, per lo più clandestini, sono stati convogliati verso i Cas, quasi tutti concentrati nell’area di piazza Garibaldi, gestiti da associazioni e cooperative che hanno fiutato l’affare, che li ospitano di notte mentre alle prime ore dell’alba li mandano via. Piazza Garibaldi è la dimostrazione più evidente della assenza di una strategia di intervento per una politica dell’immigrazione che ormai è completamente fuori controllo. Un atteggiamento delle istituzioni che consente di far arrivare qui tante persone in nome dell’accoglienza per poi abbandonarle a se stesse con la creazione di intere aree franche senza controllo dove possono vivere di espedienti e senza alcuna possibilità di una reale integrazione. Meraviglia che i vigili abbiano chiesto proprio a de Magistris lumi sul “modello di città che si vuole costruire” quando questo sindaco, ormai a scadenza di mandato, ha caratterizzato i suoi nove anni di governo più per le promesse mancate che per le cose realizzate. In una situazione del genere è abbastanza naturale che i primi a pagare lo scotto siano i residenti ed i commercianti della zona, costretti a vivere in un clima di illegalità diffusa alla quale, come hanno ammesso gli agenti della Polizia Municipale, le forze dell’ordine non riescono a porre un argine. C’è chi sostiene che il problema non si risolve solo con una azione repressiva ma con progetti mirati all’inserimento sociale ma chi lo fa non tiene conto che piazza Garibaldi e dintorni rappresentano il fallimento di un modello di accoglienza che ha puntato tutto sull’assistenza materiale di questi soggetti. C’è un aspetto positivo che va evidenziato, i residenti, costituiti in diversi comitati, la Chiesa ed i commercianti, sono stanchi di questa situazione divenuta ormai insostenibile e sono disposti, lo stanno già dimostrando con la loro incessante azione di denuncia, a correre anche qualche rischio facendosi beffa delle minacce che sovente giungono dagli stessi immigrati ma anche dai delinquenti nostrani. Tocca alle istituzioni non lasciare soli questi cittadini facendo vedere che le istituzioni ci sono, sono presenti, definendo politiche e strategie per il mantenimento del decoro e della sicurezza, dimostrando concretamente la volontà di garantire il controllo del territorio in una area che rappresenta il biglietto da visita della città e la porta d’accesso al centro storico.