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Progetto Botteghe Aperte per far rinascere il Mercato

Opinionista: 

La folla che fa la fila al Monte Pegni di via San Giacomo a Napoli, a due passi dalla sede dell’amministrazione comunale, ci dice che è tornata la povertà. Non quella dei barboni, che c’è sempre stata, ma quella di operai, commessi “in nero”, piccoli borghesi. Diversi esercizi commerciali, parecchie micro imprese non hanno ripreso a lavorare. Altre hanno cominciato a snellire gli organici. La situazione è destinata a peggiorare tra luglio e settembre, quando saranno le imprese di maggiore spessore a “razionalizzare”, “riconvertire”, dare una sforbiciata ai costi. È inutile illudersi di fronteggiare questa situazione con elargizioni di sostegno e prestiti garantiti. Più lo Stato investe soldi a pioggia, più il quadro è destinato ad aggravarsi. È tempo di indirizzare le risorse verso lo sviluppo. Si utilizzino i contributi a fondo perduto per promuovere l’investimento di piccole imprese e di realtà artigiane. Sono l’ossatura portante dell’economia del Sud. Hanno bisogno di ossigeno, ma, se aiutate, possono fornire il gas necessario per la ripartenza. A Napoli c’è un progetto abbozzato ma mai messo in atto: la realizzazione di una cittadella delle arti e dei mestieri, nell’area compresa tra Borgo Orefici e il Mercato. Soprattutto quest’ultimo rione, da decenni in uno stato di degrado, potrebbe essere rilanciato da una simile iniziativa. Se le Istituzioni nazionali, profittando delle risorse svincolate dall’abbattimento di “muri” europei come il Patto di Stabilità e il divieto di Aiuti di Stato, finanziassero le micro imprese del Made in Naples e i servizi pubblici necessari per la rivitalizzazione dell’area, il gioco sarebbe bello e fatto nel giro di pochi mesi. Le Botteghe Aperte, dove si può entrare a vedere mentre un orafo confeziona un prezioso, in ceramista produce la sua statuetta, un pastoraio realizza presepi e pastori, sarebbero uno straordinario motivo di richiamo turistico per Napoli. Rappresenterebbero la punta avanzata di comparti in rinascita, fattori di attrazione per una domanda interna ed estera da soddisfare anche con la crescita dell’ecommerce, uno stimolo all’internazionalizzazione di aziende (pensiamo all’oreficeria) che da decenni non riescono a conquistare segmenti di mercato oltre confine adeguati alla eccezionale qualità delle loro produzioni. Progetti di questo tipo possono costituire una delle strade prioritarie per attenuare la drammatica caduta del pil e compensare in parte la perdita di posti di lavoro.