Quel brutto scherzo di Palazzo San Giacomo
Napoli resta la capitale della più ironica drammaturgia. Un gioco alchemico che Eduardo ha saputo elevare ad arte assoluta, miscelando sapientemente la satira e quella stanca filosofia esistenziale tipica del nostro popolo. Ma al Comune di Napoli, consentiteci, questa volta si è esagerato. E il fatto è talmente clamoroso che vale la pena di tornarci sopra. Presentare un calendario di appuntamenti, per l’estate a Napoli di quest’anno, con straordinari attori quali Aldo Giuffrè, Pupella Maggio, Enzo Cannavale, Mario Scarpetta ha avuto sinceramente del miracoloso. Un po’ perché chiamarli in causa ha rievocato la forza di un ricordo, un po’, naturalmente, perché i quattro, purtroppo, come tutti sanno, sono da tempo passati a miglior vita. Sono figure davvero straordinarie che avrebbero meritato ben altre commemorazioni. Aldo Giuffrè, tanto per dire, è un gigante assoluto. In teatro lavorò con Eduardo e Giorgio Strehler, la sua filmografia è infinita (da “ Il buono, il brutto e il cattivo “ di Sergio Leone a “Mi manda Picone” di Nanny Loy ), cinquantacinque anni sugellati da un David di Donatello. Ricordo, con un pizzico d’amarezza, di essere stato l’unico a rievocarlo a Montecitorio, nel giugno del 2010. Ma le istituzioni, si sa, spesso con l’arte son fin troppo distratte. Pupella Maggio ed Enzo Cannavale sono stati, non lo dimentichiamo, due maestri, tra i grandi protagonisti dell’Oscar di “Nuovo Cinema Paradiso“ di Tornatore. La loro prova riaccese i riflettori sulla grande vena artistica che nasce e si modella dal teatro napoletano. Mentre Mario Scarpetta ha saputo raccogliere diligentemente il fascino di una tradizione familiare che ha saputo portare più avanti con una fede e una passione assolutamente straordinarie. Se sono ancora tra di noi non è certo perché il Comune di Napoli li riproponga in cartellone. Per loro, sicuramente, parlano i mille filmati delle loro opere teatrali, le loro impareggiabili pellicole, quel consegnarsi al pubblico in modo assoluto e totale. Certo, la gaffe comunale appare epica, frutto, a quel che sembra, di un errore di qualche stagista. Se così fosse bisognerebbe necessariamente aprire un dibattito sui criteri con cui vengono scelti gli stagisti negli assessorati municipali ma, soprattutto, su come vigila il personale comunale su questi tirocini formativi. Domanda da mille dollari. Restano, sul fondale della scena, alcuni giovani piuttosto limitati e dal futuro incerto e un assessore comunale come Nino Daniele che, responsabilmente, ha voluto accollarsi responsabilità non sue. Restano le polemiche e la satira pungente : le resurrezioni di De Magistris, il dialogo col morto, lo spiritismo che entra a Palazzo San Giacomo, il 48 puntualmente giocato sulla ruota di Napoli e puntualmente uscito giovedì scorso, la triste incredulità dei parenti e degli amici. E Napoli che fa sorridere ancora, amaramente, con la sciatteria di una notizia che somiglia ad un brutto scherzo d’estate.