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Quel cerchio magico della sanità ignota

Opinionista: 

Cosa fatta, capo ha, leggevamo negli anni di liceo nella Divina Commedia. Avevamo anticipato in Brevilinea di sabato scorso le concupiscenze universitarie sul Mausoleo eretto alla sanità ignota in una delle aree più degradate di questa Napoli martoriata, detto e fatto; il gerarca rosso con la nostalgia del ventennio e la sua troika hanno annunciato l'evento magnifico, la Sun cala il jolly sull'ospedale del Mare. Si spiegano così gli annunci sullo sblocco del turnover e le 1200 assunzioni che dovrebbero dare un po' di respiro alla nostra sanità perduta, la gogna mediatica scatenata dopo la notizia della sentenza della Corte dei Conti, un metodo tipico e consolidato per distogliere l'attenzione generale dai ben più gravi, tragici motivi del disastro sanitario nel nostro territorio, una piaga sociale che è andata ad ingangrenirsi decenni dopo decenni, mentre una classe dirigente multiforme, camaleontica e strafottente continuava ad imporre le proprie mani sulla città. Un "cerchio magico" che fa impallidire i tentativi clowneschi e sconnessi di Berlusconi prima e di Renzi oggi. Non ci resta che ridere, perché le lacrime si sono prosciugate; e non basteranno le ennesime fiaccolate raccolte da sindacati depotenziati dalla loro stessa inadeguatezza, spesso acquisiti in passato alle proposte ammiccanti dei baroni, dei managers e dei politici di turno - il termine esatto era "concertazione" - i cui vertici spesso hanno venduto i propri iscritti in cambio di una fettina di torta di potere: ricordate la storia di Masaniello? Il popolo napoletano ha avuto nella sua storia secolare tre grandi amori o venerazioni: quello per "sua signoria", il padrone di turno a cui mendicare feste, farina, tranne poi a subirne la giustizia forcaiola, quello per i " cerusici massimi" a cui chiedere il tocco della guarigione dottissima, e quello per San Gennaro, come estrema ratio, a cui chiedere di liberarli dal male, compresi i primi due. Il risultato è stato l'istituzionalizzazione della raccomandazione al padrino di turno o all'intervento soprannaturale della miriade di Santi che si prendono "cura" della nostra regione, in cambio di pii ex-voto. Nella sua ignoranza coatta, non ha mai avuto nozione di una storia che si perde nella notte dei tempi, quando i cerchi magici erano anelli della Terra di Mezzo e animali e uomini parlavano tra loro. Un lupo famelico e crudele si pasceva dei cuccioli del cavallo e dell'uomo, gettando in uno sconforto senza fine costoro. Un giorno il cavallo chiese all'uomo di allearsi e combattere il lupo: io con la mia velocità, tu con la tua intelligenza avremo facile vittoria. L'uomo annuì, ma avvertì il cavallo che per ottenere un miglior esito sarebbe stato costretto a sellarlo, a mettergli il morso, e cavalcarlo. Il cavallo accettò, e l'accordo fu che a vittoria raggiunta ognuno sarebbe andato per la sua strada. Il lupo fu abbattuto e ucciso, e il cavallo, contento e soddisfatto, chiese all'uomo di rispettare il patto. L'uomo sorrise e ribattè: manco per idea, tutto è cambiato, io sono il potere e tu mi servirai, da oggi in poi, ad affermarlo nel mondo. Gli diede un paio di speronate nei fianchi e cavalcò verso la gloria, mentre il cavallo nitriva, non si sa se per autocommiserazione o per il dolore. La metafora classica potrebbe ancora essere che allearsi con il più forte allunga di poco la tua libertà, solo perchè sarai l'ultimo di cui si disferà, ma la metafora napoletana, di quelle che amava tanto Troisi, sembra esporre una differente verità: se pensi di affidarti al potente di turno per fare carriera o trarne profitto, ne resterai succube per sempre, e al momento opportuno sacrificato senza indugio. Così nei secoli, genealogie di baroni, signorotti ed eminenze grigie hanno illuminato con la loro scienza infusa o con la loro magnanimità la vita inutile di un popolo in attesa del miracolo di San Gennaro, salvando milioni di vite umane, mediante una delle terapie più amate dal popolo ignorante e grato: il salasso ematico ed economico. Sotto qualsiasi governo, nonostante qualsiasi calamità naturale e umana, sono sopravvissuti a guerre, terremoti ed eruzioni, si sono impadroniti dell'anima e della salute del popolo: Il Gattopardo avrebbe potutto tranquillamente essere ambientato in questo angolo, reliquato di uno spento Regno delle Due Sicilie. E allora non c'è speranza? Tutto cambia, tutto resta immutabile? Che importa, oggi c'è Juventus-Napoli, tutto il resto è noia.