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Quel maledetto vizio del “masaniellismo”

Opinionista: 

Ci risiamo. Quando non esiste solida cultura, profonda conoscenza delle problematiche complesse di questa città, quando si identifica il secolare senso di rivalsa sociale in una squadra di calcio, che già un anno dopo la fondazione sostituì il simbolo del cavallo rampante col "ciuccio 'e fichelle", quasi a presagire che avrebbe rimediato soltanto bastonate e soprusi, ecco riaffiorare in superficie sul mare azzurro la macchia del "masaniellismo". È il limite insuperabile di questa Napoli e dintorni. Il lato grigio ed infantile, immaturo e provinciale che ha frenato, ingannato e boicottato per decenni la crescita culturale del suo popolo e tarpato drammaticamente qualsiasi tentativo di reciproca fiducia o credibilità fra governo e territorio dissestato, disonorato da una dilagante criminalità vigliacca. Con la nascita della Repubblica, dopo il fulgido esempio delle quattro giornate, il futuro di Napoli sembrava roseo, si sperava nel riconoscimento di un diritto alla parità nazionale per una terra che aveva offerto il sangue dei suoi figli alla Patria, che finalmente col referendum cancellava due falsi storici: il buon padre borbonico e il liberatore savoiardo. La presenza di De Nicola e di Croce aveva fatto ben sperare, ma non fu così. I nuovi politici, intellettuali, manutengoli gestori del "mondo di mezzo", crebbero come migragna, avviluppando con tentacoli delinquenziali ogni speranza, mediatori fra camorra e Stato, posero le mani sulla città, perpetuando il malcostume assistenzialistico dei casati delle pregresse dominazioni. Da Tommaso Aniello alla repubblica napoletana, dai briganti ribelli, razziatori del proprio popolo in nome di Franceschiello, ai caporioni malavitosi messi da Garibaldi a capo della città, l'esempio e l'azione deleteria del lazzarume e dei falsi rivoluzionari ha tramortito Napoli, con il marchio del pressapochismo e della superficialità. "A Napoli nessun progetto può essere affrontata con serietà e rigore!" Un ritornello logoro, troppo orecchiabile, ripreso anche da De Laurentiis, sintesi mirabile della "cazzimma" torreannunziatese e della "coattitudine" romana. Un padre padrone, capace di tramutare in pregi i suoi difetti, in "atteggiamento sincero e diretto" la sua mancanza di "esprit de finesse", che ci da lezioni, sulla napoletanità, tanto intempestive da far risorgere la "sindrome di Masaniello" in un manipolo malassortito di pedatori pallonari, presuntuosi chiamati campioni grazie alla condiscendenza osannante dei tifosi ed imbonitori mediatici. La notte della vergogna mediatica ci consegna un "ammutinamento" che non ha niente da spartire con la leggenda del Bounty, attuato da un equipaggio pagato fior di milioni, vezzeggiato e difeso da un popolo credulone, già scottato dal "tradimento" dell'ultimo masaniello, nato per caso a Bagnoli. Ma ci consegna soprattutto l'inadeguatezza di una struttura sportiva in balìa di faide trasversali, di provinciale professionalità, in cui - come avevamo già scritto - il povero Ancelotti, unico signore, ha creduto in...top players e società all'altezza del rango europeo raggiunto! Qui non si salva nessuno. Se per il 70% i giocatori hanno colpe inaudite ed inaccettabili nei confronti del Napoli e di Napoli, per il 20% ne è complice la società, cioè praticamente ADL. Per il 10% Carlo Ancelotti, che non ha compreso come buona parte dei suoi interlocutori non conosca bene l'italiano. Rispondere in tutta onestà che non si condivide il lungo ritiro ma si accetta la decisione societaria è un "distinguo per palati fini", non per un manipolo di privilegiati che si sentono spinti all'infantile "guerra dei bottoni", per chi grida all'affronto e si vendica esponendo la squadra al ludibrio dei tifosi o per chi ama manipolare le parole per lo sfizio del gossip! Ho mie idee su come si riportano notizie o se è giusto accanirsi su un signore, reo di non fare il bel gioco "zero tituli" del predecessore, sulla valenza giornalistica del ripetere fino alla noia che Koulibaly ha già disdetto l'affitto...ma glissòn, la resa dei conti da piazza Mercato è appena all'inizio e la società deve dare un segnale forte. Non vedo, purtroppo, persone responsabili ed intelligenti all'orizzonte, solo masanielli e agitatori di forconi.