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Recovery Fund, cosa serve al Sannio

Opinionista: 

Recovery Fund, una massa di denaro enorme, che dovrebbe servire a riequilibrare il divario Nord-Sud, ma anche a risolvere la tragedia dello svuotamento delle aree interne di tutto l’Appennino. Sono oltre duecento miliardi di euro, stanziati dall’Unione Europea. A livello di infrastrutture il Sannio sta vedendo realizzata l’alta capacità ferroviaria tra Napoli e Bari, ridicolo predisporre l’ennesima cattedrale nel deserto, la stazione in Irpinia, servirebbe investire di più sullo snodo e sulla stazione di Benevento e risolvere una volta per tutte il collegamento con Cancello e quindi Afragola, interessa i due terzi della popolazione del Sannio. L’altra grande opera da vedere presto, che serve come il pane è l’autostrada Benevento-Caserta, il capoluogo sannita non ha strade di collegamento per Napoli, una vergogna, che inchioda il nostro ceto politico, sordo a esigenze primarie; studi di progettazione fatti da 50 anni, Anas ferma a investire solo al Nord, errori macroscopici al Ministero (ricordate Di Pietro con la follia di una autostrada nel Molise da Caianello?). L’autostrada Benevento-Caserta riuscirebbe anche ad essere un bypass rispetto al labirinto verso Avellino, l’assurda autostrada piena di viadotti della morte, come quello costato la vita a 50 persone su un pullman. Una strage dovuta anche, ma non solo, alla mancanza di manutenzione di Autostrade, condannata, be’ certo: rimane che a Genova per un numero inferiore di morti hanno speso 800 milioni per un ponte, qui da noi non solo non hanno rifatto il viadotto, ma Autostrade e il Governo non hanno speso nulla per quelle vittime, purtroppo morire nel Nord Italia rispetto a perdere la vita al Sud non ha paragoni, e poi il solito piagnisteo della Padania impone regolarmente un salasso ingiustificato alle casse dello Stato, e non è la prima volta. Dunque l’autostrada Benevento-Caserta permetterebbe di dimezzare i tempi di percorrenza dal Sannio a Napoli e svelerebbe anche la maggiore appetibilità delle aree industriali della provincia, attualmente sottutilizzate, come quella di Ponte Valentino o di Airola. Il problema della viabilità nel Sannio oltre alla totale assenza di investimenti di Anas e del Ministero delle Infrastrutture non è la causa dell’emigrazione giovanile ripresa a tassi enormi, ma l’aiuta molto, tutte le imprese scontano il pedaggio di essere tagliate fuori dai circuiti che si generano attorno all’area napoletana, la più ampia e densamente popolata d’Italia. Scontiamo anche nell’interno l’assoluta mancanza di flussi turistici, colpa della mancanza di un aeroporto internazionale, necessario ma negato nel piano nazionale dei trasporti. Del resto questi argomenti non sono stati citati da nessuno in campagna elettorale, tutti zitti, e con questo si spiega l’arretratezza a cui siamo inchiodati. Ci sarà un miracolo o il risveglio di qualcuno in sede di attribuzione di progetti decisivi? Probabilmente no, ma almeno abbiamo una traccia su cui piangere.