Rischio sismico: Bagnoli una delle aree più interessate
Le ripetute scosse di terremoto degli ultimi tempi e la tempestiva riunione indetta dal ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, con i sindaci dell'area flegrea interessata da una forte ripresa del fenomeno del bradisismo ci inducono ad alcune riflessioni sulla Bagnoli del futuro. Il Direttore della Sezione di Napoli dell’Osservatorio Vesuviano, dott.ssa Francesca Bianco, nell’occasione ha avuto modo di dichiarare che «il fenomeno sismico è imprevedibile nella sua evoluzione» dal che deduciamo che nonostante sia necessario un aggiornamento del Piano di emergenza e delle vie di fuga non esistono risposte assolute di fronte al rischio sismico. Bagnoli è una delle aree più interessate a questo fenomeno e i suoi abitanti, sono spesso costretti ad abbandonare le proprie abitazioni per una convivenza con questi episodi che diventa via via sempre più complicata. L’area interessata dal progetto di rilancio e individuata come Sin (sito di interesse nazionale) è una zona ad alto rischio sismico permanente il che dovrebbe indurre a molta prudenza sulle scelte da adottare nell’ambito del processo di rigenerazione urbana in atto. Il Governo Renzi, con il decreto "Sblocca Italia", decise che allo Stato venivano attribuite alcune funzioni tra le quali quelle di definire gli indirizzi per la riqualificazione urbana dell'area e individuò Invitalia quale soggetto attuatore del programma di bonifica e rilancio dell'ex area industriale. Le scosse telluriche di questi giorni suggerirebbero di evitare che a Bagnoli siano realizzati ulteriori carichi insediativi, facendo una scelta netta, anche per favorire la vocazione turistica dell’area, solo per attività ricettive ed invece, il Programma di Risanamento Ambientale e di rigenerazione Urbana, prevede il recupero di parte del tessuto edilizio abitativo esistente (Borgo Coroglio), e questo va bene, ma anche la realizzazione di nuovi insediamenti. È mai possibile che, con tutto quello che sta accadendo e le preoccupazioni che si stanno generando, il PRARU preveda che a ridosso della via Nuova Bagnoli si possano realizzare ulteriori 60.000 mc di nuove residenze? È evidente che ci troviamo, per i motivi esposti con un piano da riscrivere, almeno in questa parte, tenendo conto della caratteristica morfologica di quel territorio legata alla sua origine vulcanica e dando corpo ad una vera svolta paesaggistico-ambientale puntando sulla realizzazione del parco e il rilancio della bonifica del litorale. In qualunque parte del mondo di fronte ad una zona località splendida per la bellezza del suo panorama e per il mare cui si aggiunge una lunga distesa di sabbia e la presenza di acque termali si sarebbe proceduto valorizzando queste caratteristiche puntando sul turismo dopo che a causa della presenza dello stabilimento siderurgico per anni abbiamo perso una delle spiagge presenti entro i confini della città. Gli enormi ritardi della trasformazione urbana di Bagnoli decisa fin dal 1994 col programma di realizzare tale trasformazione entro il 2004 con uno spreco di danaro pubblico senza precedenti, potrebbero favorire una reiscrizione del PRARU prevedendo, tra l’altro, la demolizione dei pontili e la rimozione della colmata a mare ai fini della ricostituzione della linea naturale di costa collocando lì le strutture alberghiere. Non si può decidere da un lato la rimodulazione dei piani di evacuazione dalla zona rossa dell’area flegrea e dall’altro consentire che nella "caldera" flegrea, già sovrappopolata con oltre 350 mila abitanti e sovra urbanizzata per la presenza di circa 450mila vani si possano costruire ulteriori residenze. L’appello, quindi, è al Governo Meloni per procedere ad una revisione del Praru dando a Bagnoli un masterplan strategico capace di individuare una chiara direttrice di sviluppo alternativa a quella demenziale che la sinistra porta avanti da anni.