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Senza il Mezzogiorno l’Italia resta al palo

Opinionista: 

Un grido di dolore. Così si sarebbe detto al tempo di Enrico De Nicola primo presidente della Repubblica. Passano i decenni ma l’allarme è sempre lo stesso e viene dal livello più alto della vita pubblica e istituzionale. Prima De Nicola da Napoli, ora Sergio Mattarella che da Palermo ribadisce: «Con il Sud nelle condizioni attuali, l’intero Paese resta immobile ». Lo accerta l’Istat (“tutti gli indicatori del benessere penalizzano pesantemente le regioni meridionali”), lo ribadisce la Svimez con il presidente Adriano Giannola (“nell’agenda del Governo solo pagine bianche per quanto riguarda il Sud, non c’è scritto niente”). L’idea della “via meridionalista allo sviluppo del Paese” sembra venire da un mondo lontano, dal tempo in cui, però, autorevoli studiosi meridionali sapevano almeno farsi ascoltare. Adesso capita che il ministro delle Infrastrutture, Graziano Del Rio, viene a Napoli e dà netta l’impressione di chi non sa da dove si deve ripartire. *** Collasso istituzionale. È particolarmente grave, si rileva, a Napoli e in Campania. A buttare giù l’immagine della regione, hanno contribuito molto, si sa, gli “impresentabili” alle elezioni del 31 maggio. In Campania sono quattro e consola poco vedere che in Puglia sono sei oppure che anche la Liguria ne ha tre. Per quanto riguarda questa nuova genia di politici,Vincenzo De Luca batte nettamente (tre a uno) Stefano Caldoro. *** Cavalieri cercansi. Ogni anno il Quirinale nomina i nuovi Cavalieri del Lavoro, onorificenza di grande prestigio. Anche Mattarella vi ha proceduto per la sua prima volta. Ma per la prima volta tra i 25 prescelti non c’è un imprenditore campano. Non era mai accaduto dal 1901, da quando venne istituito l’Ordine al merito del Lavoro. Senza voler estremizzare, questo che significa: che i cavalieri sono finiti e che in giro ci sono soltanto lazzaroni? *** Voto, sesso e veleni. Un candidato viene rimproverato di essere stato condannato per abusi sessuali, ma lui si difende precisando che si tratta solo di una condanna in primo grado. Un chirurgo irpino, sempre per le stesse “pratiche”, secondo il pm che lo ha indagato merita otto anni di carcere. In piazza Trieste e Trento, a Napoli, una ragazza di 24 anni, Sara Rusciano, rivolge a Vincenzo De Luca domande un po’ imbarazzanti e forse anche un po’ indiscrete. Ma l’aspirante governatore risponde con una battuta giudicata sessista: «La gentile signorina ha bisogno di affetto, però sinceramente, per come sto combinato, non credo di poterla assistere ». Così dice mostrando la mano fasciata per la frattura di un dito. Secondo alcuni maligni lo sceriffo ex sindaco sarebbe inciampato nello “scalino della iettatura”. *** Due mani per Caldoro. Da una arrivano sassi e “altri oggetti” contro la sua abitazione in via Manzoni, sulla collina di Posillipo. Dall’altra elogi da Enrico Letta, già presidente del Consiglio, che condivide i giudizi espressi da Roberto Saviano e da Pier Ferdinando Casini, ora presidente della Commissione Esteri del Senato. Ma qui un dubbio: Pierferdi davvero ritiene Caldoro “un vero riferimento del Sud” oppure lo dice per vendicarsi di Ciriaco De Mita, autore del famoso “strappo” dei giorni scorsi compiuto nottetempo in quel di Marano?”. E ancora: quello “strappo” fu conseguenza di un “patto” o di un “piatto spartitorio” come insistentemente si continua a dire? *** Ciriaco immarcescibile. Berlusconi viene a Napoli e afferma che De Mita è stato salvato dai magistrati di Mani pulite perché uomo di sinistra. Il sindaco di Nusco gli risponde che l’età fa brutti scherzi. De Mita parla per esperienza, visto che Berluska ha 79 anni e lui 87? *** Propaganda sacrilega. Dalle parti di piazza Gerolamini manifesti di vari partiti sono stati incollati sui piedi e sulle gambe di una madonna. Si vede bene la santa immagine che volge gli occhi al cielo e sembra dire: Signore non perdonare loro perché sanno quel che fanno!