Spiegateci perché Higuaìn fu un traditore mentre per Sarri si tratta di scelta professionale
Ogni anno c’è qualche brutta sorpresa calcistica che rovina le vacanze dei napoletani. La scorsa estate non si fece in tempo a festeggiare l’arrivo di Ancelotti che ci si “intossicò” per l’acquisto da parte della Juventus di Cristiano Ronaldo. In un luglio non molto lontano (2016) ci fu la fuga a Torino di Gonzalo Higuaìn. Stavolta c’è la possibilità seria di vedere Maurizio Sarri sulla panchina bianconera. C’è poco da fare, c’è sistematicamente la Signora a rompere le scatole al popolo partenopeo del pallone. È come se fosse una maledizione. Ma la vita è fatta così. Non si può pensare che tutti facciano come Maradona negli anni Ottanta. Il Pibe, davanti ad una proposta monstre dell’allora avvocato Agnelli, disse non grazie rimango al Napoli. Ma erano altri tempi e si parla di personaggi unici nel loro genere. In verità sembrava che lo fosse anche il sor Maurizio ma a quanto pare l’ambizione di poter allenare un grande club va oltre ogni filosofia personale. La cosa che fa riflettere, però, è perché Higuaìn è stato definito un traditore andando dai nemici storici mentre per Sarri si tratta di una scelta professionale? Forse perché nel mezzo c’è stata l’esperienza con il Chelsea? Premesso che ognuno può fare ciò che vuole della sua vita. Ma di sicuro non può passare indenne dedicando la vittoria dell’Europa League ai napoletani per evitare di essere attaccato nel giorno in cui firmerà il contratto con la Signora. Le scelte si fanno ma poi bisogna prendersi tutto ciò che viene a presso. Non può pensare il tecnico di Figline Valdarno una accoglienza calorosa eventualmente dovesse venire da bianconero al San Paolo. Dovrà mettere in conto fischi e qualche striscione contro. Il suo “sarrismo” ha fatto divertire e sognare tutti. Ha lasciato proseliti che si sarebbero buttati nel fuoco per lui. Ma allenare la Juve non è come stare sulla panchina dell’Inter o del Milan. Eppure lui lo dovrebbe sapere visto e considerato che ci ha perso uno scudetto per delle scelte arbitrali un po’ strane. Ma veniamo ai fatti di casa nostra. Il week end caprese dopo la festa anticipata di compleanno di Ancelotti avrà avuto i suoi risultati. A prescindere dalla sorpresa che tutti si aspettano oggi da De Laurentiis, c’è da capire quali sono i programmi della prossima stagione. Sono state fatte delle scelte per quanto riguarda le cessioni. Cambiano i personaggi sulle fasce difensive. Via Hysaj e Mario Rui. Al momento c’è Di Lorenzo per la destra e si aspetta un rinforzo per la sinistra. A meno che non si acquisti uno che sappia fare il doppio ruolo come Castagne dell’Atalanta. A centrocampo, a prescindere dalla possibilità che Allan possa andare via, serve qualche altro elemento. Se il brasiliano resta ce ne vuole uno, se parte due. Il livello deve aumentare nel reparto nevralgico altrimenti è tutto inutile. «Per l’attacco non sappiamo ancora se prendere una prima o una seconda punta», ha detto De Laurentiis a Capri. Beh nessuno vuole credere che Ancelotti abbia anche lui questo rebus. Serve assolutamente un realizzatore perché nella scorsa stagione sono venuti a mancare dei gol nei momenti in cui si creava tanto ma non si concludeva. Il Napoli di Ancelotti ha appeal ma si deve capire se ci sono le possibilità economiche per il pezzo forte. Conoscendo la politica finanziaria del club, per poter vedere in azzurro un top, qualche big deve andare via altrimenti non se ne fa nulla. Il prezzo del cartellino può non contare ma è gestire il campione che diventa difficile per una società che bada giustamente a tenere i conti a posto. Oggi Ancelotti partirà per le vacanze in Canada ma il suo telefonino sarà sempre acceso per rispondere a Giuntoli e a De Laurentiis ma anche per chiamare eventualmente qualche suo campione....