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Sud, gli impegni vanno rispettati

Opinionista: 

Gli impegni vanno rispettati. A prescindere dalla eventuale chiusura anticipata della legislatura, che si possa votare a giugno o nella seconda metà dell’anno. Il principio vale soprattutto per il Sud. La politica e le istituzioni devono essere al servizio del territorio, non osteggiarlo. Non si può giocare con il futuro di centinaia di migliaia di giovani. Nei giorni scorsi, faticosamente, le parti sociali, da Confindustria ai sindacati, sono riuscite a ottenere che il Governo rivedesse la procedura del credito d’imposta per il Mezzogiorno, così farraginosa da rendere praticamente quasi impossibile l’accesso al beneficio. Si tratta di 600 milioni ritornati disponibili che, per effetto moltiplicatore, secondo le stime confindustriali, potranno generare 6 miliardi di investimenti nel triennio 2017-2019. Di investimenti, l’economia del Sud ha bisogno come il pane. Finora, al di là dei primi segnali di risveglio, registrati anche dal consueto Check up della Confederazione di Viale dell’Astronomia, ci sono stati soprattutto annunci. E assicurazioni, come quelle del Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, sull’abbondanza di risorse per il Meridione. Stavolta i fondi Ue non saranno sostitutivi, garantisce il Ministro: ai 42 miliardi di Bruxelles si aggiungeranno gli 82 a carico del bilancio nazionale. Troppe volte, in passato, alle parole non hanno corrisposto i fatti. A facilitare tale incongruenza ha concorso in maniera determinante il ribaltamento del quadro politico. La prassi invalsa è che il successore imputi omissioni e ritardi a chi lo ha preceduto, in una staffetta perversa che decreta puntualmente la sconfitta del cittadino, soprattutto se residente a Sud del Garigliano. È risaputo che l’attuale esecutivo, figlio della sconfitta elettorale al referendum e della caduta del governo Renzi, è fragile per atto costitutivo, vaso di coccio tra vasi ferro. La dialettica politica è il sale della democrazia. È tuttavia fondamentale, in una fase storica così delicata, che l’evoluzione di queste contese non pregiudichi la continuità di interventi essenziali per gli equilibri economici e sociali del Mezzogiorno. Senza una cabina di regia, i patti tra Governo e Regioni, o Città metropolitane, avranno respiro corto. Prima si mette in moto un meccanismo che automatizzi l’andamento di impegni di spesa e realizzazioni, meglio è per le speranze del Sud di ritrovare la strada della crescita, smarrita ormai da troppi anni.