Accessibilità:
-A A +A
Print Friendly, PDF & Email

Torna in campo la strana coppia: 5 Stelle e Lega

Opinionista: 

Un anno dopo il Movimento Cinque Stelle e la Lega si trovano Uniti nel mandare un segnale micidiale al governo di Giuseppe Conte, votando a Bruxelles contro il MES. Una brutta storia che non potrà non avere conseguenze. Il Pd, partner dei pentastellati nella coalizione di governo, vota in maniera opposta con la maggioranza dell’Europarlamento. Basterebbe questo episodio a dichiarare formalmente aperta la crisi dell’esecutivo e a mettere fine alla losca storia politica che ha portato all’avvento del Conte due dopo le note vicende salviniane dell’estate passata. Aver negato l’appoggio, da parte di due forze politiche appartenenti a schieramenti opposti, ad un atto delegato proposto dalla Commissione sul Pandemic Crisis Support finalizzato all’inserimento delle spese sanitarie tra i requisiti per accedere al credito, significa aver rotto su uno dei punti qualificanti dell’azione di governo che sul punto si era impegnato con l’Europa. I due partiti hanno trovato un “sentimento comune” per negare la regola con tanti saluti allo stanziamento dei fondi. Insomma, non vogliono dettagliare le spese sanitarie nello strumento finanziario certi, s’immagina, e non hanno tutti i torti, che prima o poi l’Europa pretenderà la restituzione dei fondi stanziati, magari con gli interessi. Ecco l’opposizione al Mes. Che lo faccia la Lega, comunque, è comprensibile; che si accodi il M5S è quantomeno bizzarro o provocatorio dal momento che smentisce la politica del governo sul punto. L’atteggiamento dei Cinquestelle, infatti, mette in grave difficoltà l’esecutivo ed in particolare il Pd. L’intesa ritrovata con la Lega, su un punto estremamente qualificante, induce ai peggiori sospetti nella maggioranza. Nella quale in molti guardano oltre il fatto specifico. E se - si argomenta - il ritrovato legame su atto tanto importante preludesse alla formazione di una maggioranza parlamentare spuria in vista delle elezioni presidenziali? L’interrogativo circola nel Pd e fa tremare Zingaretti come uno scolaretto. Si sa che tanto i pentastellati che la Lega, in vista del voto per il Quirinale, intendono tenersi liberi da qualsiasi vincolo e siccome bastano loro, con qualche aggiunta di centrodestra, per eleggere il presidente della Repubblica nel 2022, ecco che gli avvicinamenti eterodossi trovano spiegazione e la coerenza delle posizioni, insieme con la fedeltà agli schieramenti, se la porta il vento. La Lega e i Cinquestelle non cambieranno mai. Sono partiti a-ideologici che giocano le loro carte a seconda del momento e delle convenienze. Quel che hanno mandato in scena a Bruxelles non è stato altro che l’avviso di sfratto a Conte e l’annuncio dell’ipoteca che porranno sul Quirinale. La sceneggiata dello scorso anno dovrebbe aver messo sull’avviso tanto il Centrosinistra che si trova in balia di un movimento inaffidabile, che quel che rimane del Centrodestra. Si ha, insomma, a che fare con due movimenti che sull’ imprevedibilità e sull’infedeltà politica fondano la loro azione. Come giocatori d’azzardo, si gettano in spericolate prove di resistenza alla logica nella certezza che prima o poi il sistema cadente franerà del tutto. E che stia ormai tirando le cuoia, non v’è alcun dubbio. Tutti sono contro tutti. Sulla scuola e sugli appalti, sulla semplificazione e sul rilancio, sul Mes e sugli Eurobond , sulle strategie di ricostruzione e sulla ricomposizione di schieramenti politici coesi. Sembra di assistere ad un rodeo nel quale la maggioranza come l’opposizione colgono le occasioni propizie per agitare un certo protagonismo, ma non per mettere le cose a posto dopo un tornado come quello che si è abbattuto sulle nostre esigenze. Il meno che si possa dire è che sono irresponsabili, oltre che incapaci. Ragionevolezza vorrebbe che ognuno, senza sbraitare in questo momento, facesse la sua parte nel sostenere il bene comune che coincide con la lotta alla povertà e con la fiducia di cui il Paese ha bisogno. Invece assistiamo a giocherelli partitocratici privi non solo di moralità politica, ma anche di semplice buon senso. La patologia del sistema di aggrava. I partiti sono inadeguati a fronteggiare un’emergenza che non sappiamo quanto durerà. Intanto si scompongono alleanze per poi ricomporsi diffidenti e ostili: non è certo questo il modo per dimostrare la forza politica di un Paese a chi sostiene in Europa che gli vanno negato aiuti e comprensione. Noi gli stiamo dando una mano ai nemici dell’Italia, ai rigoristi in servizio permanente effettivo. L’esempio di Bruxelles lo dimostra ampiamente.