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Un gruppo confuso senza continuità e una difesa vera

Opinionista: 

Si sprofonda sempre di più. Altro che lotta scudetto. Di questo passo il Napoli mette a rischio anche la qualificazione alla prossima Champions. Perdono gli azzurri nel sabato pomeriggio dell’Olimpico. La Roma festeggia in casa propria un successo che vale l’allungo sui partenopei. Adesso i punti di distanza sono quattro. Un gap non indifferente che evidenzia le difficoltà di un gruppo che non riesce ad avere una continuità di gioco e di risultati. Di sicuro la traversa di Milik e il palo di Zielinski nella stessa azione gridano vendetta. Ma sbagliare l’approccio della ripresa dopo un gran finale di primo tempo è assurdo. Molto probabilmente con un po’ di fortuna in più il pareggio sarebbe stato giusto. Ma i giallorossi hanno fatto molto di più e hanno incassato un successo importante. Soprattutto per demeriti di un Napoli che non sa più difendere. Dalla trequarti in poi non si è andati male. Certo, si è segnato poco nei venti minuti finali della prima parte di gara. Ma la dietro si balla e si prende gol sistematicamente. Ad ammetterlo è stato anche Davide Ancelotti al termine dell’incontro. Preso il posto del padre squalificato (e non perdonato dalla Corte d’Appello), il giovane allenatore avrebbe voluto sorridere al suo esordio in panchina. Rivedendo l’azione del secondo rigore dei giallorossi si è reso conto che si marca male e sistematicamente si mette a rischio il risultato. Così come è capitato. C’è poco da fare e da cercare alibi. Il Napoli ha giocato male all’Olimpico. Inutile appellarsi alla sfortuna o ad altro. Ha sbagliato gli approcci di entrambi i tempi e nel secondo neanche ha avuto la forza di reagire. Il quinto gol consecutivo di Milik ha riaperto per un attimo i giochi ma non si è vista una ricerca spasmodica del pareggio. Si è buttato il pallone avanti per sfruttare la fisicità di Llorente ma senza l’apporto di Fabian Ruiz lo sforzo è stato vano. Lo spagnolo è stato in affanno per tutto l’incontro. Non ha mai dato l’impressione di poter prendere per mano i compagni. Lo ha fatto più Zielinski che avrebbe dovuto fare un ruolo diverso. Carlo Ancelotti si sarà reso conto dalla tribuna dell’involuzione di un gruppo che quest’anno avrebbe dovuto cercare di vincere lo scudetto. Dopo undici giornate, invece, deve provare solo a conquistare il quarto posto che vale la qualificazione alla fase a gironi di Champions. È lontano anni luce dal titolo il gruppo partenopeo. Ha permesso alla Roma di dominare a tratti senza saper reagire. Certo, gli ultimi venti minuti del primo tempo gridano vendetta ma la partita è durata cento minuti. Di che parliamo. Non è un azzardo dire che il Napoli è in crisi. Lo dicono i numeri, le prestazioni e soprattutto la classifica. Gli azzurri hanno sette lunghezze in meno rispetto allo scorso torneo. E soprattutto al momento sono fuori dalla zona Champions. De Laurentiis in tribuna con la moglie e il nipotino ha mostrato un viso contrariato che era tutto un programma. Si sarà chiesto come un gruppo rinforzato e molto più maturo possa fare così male in campionato. Che nessuno venga a dire che è stato sbagliato il mercato. Sono arrivati tutti elementi che hanno migliorato la rosa. Allora di chi è la colpa? Forse di nessuno o forse di tutti. Ma di certo non si può trovare un capro espiatorio in questo momento. Anche perché martedì il Napoli deve assolutamente chiudere i conti della qualificazione agli ottavi di Champions sfidando il Salisburgo al San Paolo. Un sorriso europeo serve come il pane ad un ambiente che è sconfortato e deluso. Di questo passo si rischia di arrendersi in serie A prima ancora di entrare nel vivo della competizione. Ora serve tutta la calma olimpica di Carletto per uscire da un momento nero che mette a rischio anche la sua posizione.