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È un labirinto complesso

Opinionista: 

L’impalcatura elettorale della Campania resta un labirinto complesso. Impantanata tra basse percentuali di votanti, i 5Stelle che, in controtendenza, confermano ancora il loro alto gradimento, sfiorando il 34%, il governatore De Luca che si riprende Salerno (Pd primo partito col 27% con i pentastellati che perdono 16 punti). Dati contraddittori che confermano una certa schizofrenia elettorale e rivelano l’atipicità di una regione speciale. Si ha chiara la sensazione che, da queste parti, abbiano funzionato alcune parole d’ordine abbondantemente spese in questi mesi. Innanzitutto, il reddito di cittadinanza, in larghissima parte concesso prima del voto, uno stimolo prezioso per riequilibrare i conti di molte famiglie campane, una gomena alla quale aggrapparsi in un momento di forte tensione economica. I leghisti, che sfiorano il 20%, crescono anche se i loro slogan più acclamati, ad esempio i migranti, trovano minore interesse nell’opinione pubblica locale. In Campania, insomma, non si assiste al ribaltamento dei ruoli, al cambio della guardia tra i voti dei 5 Stelle e quelli della Lega, mentre traspare chiara la voglia di un assistenzialismo nuovo, aggrappato alle scelte di Di Maio e del suo governo. In questo contesto, il centrodestra mostra segni di forte vitalità. I risultati di Lega e Fratelli d’Italia rappresentano, un po' in tutto il Sud, massimi storici, mentre Forza Italia si muove su percentuali abbondantemente superiori al resto d’Italia. La Campania, quindi, come laboratorio nazionale. Dove il tripartitismo insiste e resiste, dove l’affollamento delle leadership è un dato reale, dove Di Maio e De Luca, Fico e de Magistris, Mastella e la Carfagna convivono affannosamente. Una terra di aspre contese che non ha ancora deciso a chi affidare la propria corona.