Un patto di solidarietà per il settore immobiliare
La devastante crisi economica, derivata dalla pandemia, sta colpendo anche il settore immobiliare. La difficoltà di pagare in tutto o in parte il canone di locazione è già all'ordine del giorno di numerose famiglie e rischia di trasformarsi in involontario strumento di conflittualità. Sarebbe miope ignorare il problema anche di tanti proprietari di immobili, messi in ginocchio da improvvisa mancanza di liquidità anche in vista di importanti scadenze fiscali, di massivi rilasci di immobili (si pensi al settore delle locazioni per studenti universitari). Senza dimenticare la ancor più grave crisi delle locazioni commerciali, rispetto alle quali da un lato vi è la posizione del conduttore che è stato improvvisamente privato della possibilità di esercitare la sua impresa e, dall'altro, il proprietario dell'immobile che è assolutamente incolpevole di tale situazione oltre che privo di mezzi per risolverla. Nell'ottica della funzione sociale della proprietà privata, riconosciuta anche dalla Costituzione, volendo offrire una soluzione che salvaguardi gli interessi di tutti, ci siamo resi promotori sia presso la Presidenza del Consiglio sia presso i competenti Ministeri, di alcune proposte, tra cui la più significativa in materia abitativa è quella che - non a caso - abbiamo voluto qualificare patto di solidarietà. È un accordo di temporanea riduzione del canone a fronte di obiettive e comprovate difficoltà economiche del conduttore, cui è indirettamente chiamato a partecipare anche lo Stato. Nel senso che al locatore che avrà aderito al patto di solidarietà è riconosciuto un credito di imposta in misura pari alla riduzione accordata del canone. Si tratta dunque di creare un meccanismo virtuoso che tenda a rafforzare la coesione sociale in un momento, quale quello che stiamo vivendo, dove è facile invece che le difficoltà economiche agiscano come elemento di disgregazione. Altra importante richiesta è quella di poter escludere dal reddito imponibile i canoni non percepiti per morosità del conduttore, senza dover necessariamente ricorrere ad azioni giudiziarie che avrebbero questo solo fine, aggravando al contempo il già gravoso carico di lavoro dei nostri Tribunali. Confidiamo di veder riconosciute queste proposte già nei prossimi provvedimenti allo studio del Governo, che finora si è occupato del problema in materia molto marginale; interventi che si accompagnerebbero invece alla lodevole iniziativa della Regione Campania in materia di affitti.
*Presidente Provinciale Unioncasa Napoli