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Una grande confusione Santa Lucia, fate luce

Opinionista: 

Che le Regioni fossero una rogna, si sa dai tempi della Costituente; da quando i “padri della Repubblica” sudarono le proverbiali sette camicie per vararle e il Paese dovette attendere venti anni per vederle realizzate e operanti. Si fa per dire, operanti. Un ritardo dettato, da una parte, dal rischio che esse potessero riaccendere rigurgiti antiunitari e, dall’altra, dal timore della Dc degasperiana, che il Pci se ne sarebbe servito da “cavallo di Troia” per la conquista di Palazzo Chigi. Rischi e timori non infondati, viste, non molto tempo dopo il loro varo, le iniziative “autarchiche” delle “regioni rosse” segnalatesi, in più di una circostanza, per “missioni estere” provocatorie verso il potere centrale e le successive tentazioni secessionistiche dei leghisti. Mai però i “padri costituenti” avrebbero potuto immaginare che saremmo arrivati al desolante spettacolo odierno, nel segno del più scandaloso trasformismo. Roba da Sant’Ufficio , si diceva in altri tempi. Siamo nel mezzo di un declino che mette a nudo il pressappochismo del nostro sistema politico, su cui si parla molto ma non si fa nulla per scongiurare. Da qualche anno si discute di rifondare le Regioni, di neutralizzarne il torbido malvezzo gestionale, di incentivarne la funzione “programmatori a”, a riguardo c’è stato il lungo dibattito sulle macroregioni, in cui si è cimentato il fior fiore di intellettuali; ma poi? Tutto, come sempre, finisce nelle “discariche mentali”. Ancora un volta si va verso il loro rinnovo, senza aver posto un argine a lacune storiche, ricatti, sporchi ultimatum, all’assalto alla diligenza, in barba alle attese della gente che sfanga e paga con addizionali da capogiro, locali e nazionali, gli appetiti della politica. Altro che rifondazione delle Regioni, siamo in piena e squallida “restaurazione” con Palazzo Santa Lucia nuovo “paese di Bengodi”. La inconfutabile riprova è lo “scisma” dell’ex presidente del Consiglio, Ciriaco De Mita, che sceglie De Luca, spacca un partito, piccolo - minuscolo quanto si vuole, ma pur sempre un partito - per imporre “l’etica del territorio”, del “proprio” territorio, come un cane pastore o bovaro. Una “lectio magistralis”, molto edificante per la sua Scuola di Alti Studi Politici di Nusco, dove lui “se la suona e se la canta”: è l’addio a quel “posapiano” di Machiavelli per il più congeniale Guicciardini, sostenitore della necessità di decidere, di volta in volta, secondo la situazione e la convenienza del “particulare”, basandosi soltanto sulla propria esperienza e non su principi immutabili. Ci spiace per De Luca, sindaco “fuoriclasse” della raccolta differenziata, che ora rischia di passare come il “Numero Uno” della raccolta politica “indifferenziata”. Va bene invece, molto bene per De Mita, un anno fa definito in tv da De Luca: “Il male assoluto”, che nessuno può più accusare di voto di scambio per i 5 milioni di lavori stanziati da Caldoro in favore di Nusco, di cui Ciriaco è sindaco. Che Dio ce la mandi buona: Santa Lucia, fate luce!