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Una visita a Londra… per amare Napoli di più

Opinionista: 

Essendo un abitante straniero di Napoli, mi sono incaricato di dare ai lettori del “Roma” un punto di vista benevolo ma anche critico della loro città. Per questo, mi sono spesso avvalso del paragone con un’altra città: Parigi come termine di paragone, Stoccolma come città agli antipodi, e Beirut come città cugina del Mediterraneo. Ogni volta concludevo che Napoli fosse una città a parte. Quest’estate sono andato a Londra a trovare mio figlio. Conosco bene la città ma questa volta l’ho guardata con altri occhi, in vista di un paragone con la mia città d’adozione. Anche se Napoli non gioca più nella prima divisione nel campionato delle grandi metropoli, così come affermava Stendhal nel 1811, non la posso paragonare a Manchester…sebbene sia anche una grande città secondaria, campione di calcio! Come diceva il filosofo francese Descartes nel 1637, ho bisogno di un metodo per portare avanti la mia analisi. Mi baserò sui sette criteri che ho già utilizzati per descrivere la città: 1°) La bellezza assoluta: Napoli domina a livello di luoghi e di architettura. D’altra parte, mi è sempre sembrato strano che Londra, per tempo la capitale della più grande potenza del mondo, avesse fatto ricorso al pastiche (sia del gotico, sia del medioevo, dell’orientale, del greco, dell’italiano…), piuttosto che a un suo proprio stile architettonico. Londra non è una brutta città, ma è senza dubbio dietro di Napoli. 2°) La priorità alla vita: le due città si equivalgono. Entrambe sono città molto vive che non si lasciano abbattere dalle difficoltà. A Londra è il senso per gli affari la sua molla. A Napoli è il desiderio per la vita in se stessa che la rende resiliente a tutte le disgrazie. Una netta opposizione tra il modello anglosassone e il mondo greco: “il tempo è denaro” contro “il tempo è vita”. Avendo seguito i due precetti, posso dire, con il senno del poi, che è Napoli ad avere ragione. A condizione però che si sia riuscita a raggiungere una certa sicurezza economica. 3°) L’individualità: Il film “Mixed by Erry” presenta dettagliatamente e in maniera divertente, ma realista, la creatività del popolo napoletano e la sua intelligenza. Al contrario dei londinesi che non escono mai fuori dai binari perché si attengono alle norme. Anche solo per comprare una birra, occorre avere un telefono che legga un QR code e non si può neanche più comprare il giornale con le monete. Oltretutto i londinesi non hanno più un soldo in tasca! Meglio non essere un accattone qua! 4°) Anche dal punto di vista del calore umano, Napoli batte Londra. Gli inglesi sono ben educati, ma si limitano a scambiarsi convenevoli e banali formalità. Al contrario di Napoli dove può capitare di desiderare che vi lascino in pace. Un problema che io riscontro con i tassisti che pretendono di essere vostri amici e allo stesso tempo provano ad imbrogliarvi sulle tariffe. 5°) Sul piano dell’universalismo Londra è cento volte più forte di Napoli. Le persone parlano l’inglese, la lingua mondiale per eccellenza. Al contrario di Napoli dove si continua ad affermare la superiorità del dialetto sull’italiano… nonostante sia ridicolo. Un londinese non si sognerebbe mai di dire che il cockney (il loro dialetto) sia più forte dell’inglese. E pure il cockney è straordinaria in quanto le parole cambiano il senso a seconda della fonetica, in una determinata frase. Come se io dicessi “ho canegatto a mia moglie” per dire che le ho telefonato. Londra è universalista mentre Napoli è provinciale. È un atteggiamento perlopiù condiviso in tutti gli strati sociali. 6°) A livello del rapporto tra le classi, Londra domina nel paragone, nonostante ci sia una netta separazione tra le classi sociali, al contrario della Scandinavia. Ma il concetto inglese di: “noblesse oblige” rende la classe agiata ben disposta verso il popolo e la responsabilizza dell’interesse generale. Al contrario di Napoli dove vige la regola non scritta che ognuno pensa per sé. 7°) Infine per quanto riguarda il raggiungimento dei propri obiettivi professionali, Londra batte ancora ovviamente Napoli. A Londra tutto è pressoché possibile, a Napoli quasi nulla. La Brexit, contro cui Londra votò massivamente, non ha scalfito di molto il suo senso della riuscita. In conclusione, Napoli ottiene 3.5 punti e Londra 3.5 punto! Quindi le due città escono in parità della mia gara. Allora come si spiega che io fossi così felice di rientrare a Napoli da Londra? In uno prossimo episodio parlerò del rapporto, affettivo, ma paradossale, che i napoletani hanno con la propria città. Quando ho chiesto al campione d’Italia di tennis, cosa avrebbe dovuto fare per guadagnare posizioni nelle classifiche mondiali, mi sarei aspettato che mi rispondesse qualcosa relativa alle tecniche di gioco, come ad esempio migliorare la battuta. Invece mi ha risposto: “Essendo un giocatore professionista sarei dovuto rientrare meno frequentemente a Napoli “. Quasi tutti i film su Napoli raccontano la stessa storia!