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Viste le premesse serve subito un’operazione “Piazza Pulita”

Opinionista: 

Il patron riflette, forte e imperdonabile la ribellione che fa sparlare il mondo intero del Napoli, di Napoli e dei napoletani pure. Roba incredibile che nel calcio a tutti i livelli e dappertutto, non ha alcun precedente. Una sommossa vera e propria che ha raggiunto il vertice massa con il parapiglia che si è scatenato negli spogliatoi degli azzurri tra alcuni “caporioni della squadra” – Allan soprattutto - e Eduardo De Laurentiis, figlio del grande capo e vice presidente del Club di Castelvolturno. Don Aurelio ci ha pensato su e dopo una lunga “trattativa” con Ancelotti gli ha delegato tutti i poteri sulla gestione della squadra, poteri in realtà che dovevano già essere di competenza e nelle attribuzioni del tecnico. Le cose stanno così, nelle intenzioni la decisione di De Laurentiis dovrebbe garantire una tregua seppur armata tra la società e la squadrain considerazione dei fortissimi interessi che sono sul tappeto, interessi enormi di carattere economico e sportivo, giacchè soprattutto quest’ultimo capitolo garantisce gli introiti sotto il profilo strettamente commerciale e quelli legati ai ricchissimi premi relativi al campionato tuttora in ballo, alle coppe, quella nazionale e alle coppe internazionali nonchè alle amichevoli di grosso spessore. Ma la storia non finisce qui, una storia determinata pure da antichi malumori esistenti tra le due parti. Malumori e amarezze che fanno capo a cessioni che non ci sono più state e che avrebbero determinato ingaggi ancora più sontuosi di quelli percepiti dal Napoli, e ancora rabbie sotterranee ma non troppo per contratti finora non rinnovati e addirittura ormai non più rinnovabili, sembra di capire, come per Mertens e Callejion apostrofati pesantemente dal presidente quando si è saputo delle offerte ricevute dai due calciatori dalla Cina. In queste storie ben fondate ci sono pure risentimenti che hanno radici nella dissennata gestione del turn-over, un diabolico intreccio di ruoli e posizioni sul campo, mal digerito da buona parte degli azzurri, mal sopportando anche il ruolo e la presenza di Davide Ancelotti. Insomma una situazione di generale malcontento di quasi tutta la squadra pure nei confronti del tecnico che a dire il vero per questa circostanza che ha provocato il fuorigiro nella testa dei giocatori non ha fatto altro che eseguire la volontà del patron – come da sua stessa ammissione – nell’utilizzazione di tutti i calciatori al fine di aumentare il valore dei loro cartellini. Tuttociò e dell’altro ha portato alla situazione di oggi conosciuta da tutti, cioè ad una tregua armata, giacchè c’è da ritenere che tra entrambe le parti il fuoco continui a bruciare sotto la cenere. Qualche esperienza del passato, tipo l’addio a Reina - fa addirittura ritenere che tra gennaio e il mercato di luglio e agosto prossimi, se ne vedranno delle belle con la partenza dei senatori caporioni dell’insurrezione - con l’aggravante per Insigne dei gradi di capitano - e l’addio di Ancelotti. Insomma un nuovo progetto che non sarà sbagliato denominare “Operazione Piazza pulita”.