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Voto: Conte a rischio? È lui il grande rischio

Opinionista: 

Tre anni fa per celebrare i settant’anni della Costituzione ci fu un “giro d’Italia” speciale. Non in bicicletta, né in monopattini, insomma non di ciclisti ma di eminenti costituzionalisti, che ne spiegarono la bellezza e la grandezza . Con l’approfondimento dei singoli articoli, su come nacquero, il lungo, rigoroso lavoro a monte dei padri Costituenti nel definirli, spesso, su ogni altro discorso, fu posto in risalto l’auspicio di avere sempre ben presente i grandi e fondamentali valori di civiltà, coerenza, lealtà. Senza i quali un Paese non può avere futuro. Non ci fu scuola, istituto o comunità, che non si giovò di questi originali apporti. Oggi, ricordando quel trascinante fervore celebrativo, assecondato dal Colle, di fronte allo spettacolo in corso nel “palazzo” tra inviti, suppliche, energiche minacce a “cambiare casacca”, un incitamento al “trasformismo”, in vista di un decisivo voto sulle sorti del governo, in bilico dopo la secessione renziana, ci perseguita una curiosità . Il presidente della Repubblica, dall’alto della sua esperienza, come spiegherebbe, si farebbe cioè capire su quanto sta accadendo, non agli addetti ai lavori, ma ai bambini di una scuola media, tra i tanti, che ha incontrato nel corso di questi anni, distribuendo bandierine, costituzioni tascabili e tanta saggezza? Come si può passare da quella glorificazione alle odierne smagliature o miserie? Si dirà che il trasformismo è congenito, è nella natura dell’Uomo, una tara, di cui, da che mondo e mondo, si sono avute traumatiche e dolorose esperienze in piccolissimi e grandi contesti. Tornando però agli scenari di queste ore, poiché il presidente della Repubblica ha fatto capire - lo hanno scritto autorevoli quirinalisti - che non avrebbe visto con favore maggioranze raccogliticce, episodi sfacciati di trasformismo, l’avvenuta costituzione ufficiale di un gruppo parlamentare di “transfughi” a sostegno del governo a poche ore da una verifica molto delicata per il Paese, può far rientrare le fondate riserve del Cole ? Non crea alcun conflitto a un Premier, ancora in sella, che si riconosce in questa iniziativa, anzi le assegna addirittura prospettive di un radioso futuro, considerandola già come lo “zoccolo duro” del suo futuro partito? Sono interrogativi inquietanti da porsi. Nei concorsi, nelle gare di appalto, in tutto ciò che ha un ordine e una disciplina di svolgimento, ci sono dei termini ben precisi per parteciparvi, previsti giustamente per scongiurare tentazioni, scorciatoie e altro ancora, è concepibile che tutto ciò sia ininfluente nel nostro Parlamento? Da quando nel 2018, l’attuale premier fu ingaggiato misteriosamente, non in forza di “un programma di governo“ per il Paese ma, per la prima volta, nella storia della Repubblica, in base a un “contratto” di reciproche convenienze, di cui Conte si fece esecutore e garante, abbiamo collezionato una serie di sconcertanti anomalie. Denunciate non da un” governo ombra o ombretto”, ma da uno dei più autorevoli e stimati costituzionalisti europei, il professor Sabino Cassese, il quale ogni giorno da mesi sottolinea e rende di dominio pubblico gaffe, forzature e abbagli di un premier, tra i più divisivi e insofferenti alle regole. In un generale “silenzio- assenso”. Ieri larga parte dei giornali apriva con questo titolo: “Voto, Conte a rischio”. Ma oggi non sarebbe più giusto dire che è Conte il “grande rischio”?