A Napoli per la festa più bella dell’anno, proprio come il presepe di Eduardo De Filippo in “Natale in Casa Cupiello” e alla pari di alcune altre specialità, il baccalà è una cosa religiosa. Tra i piatti legati alle festività natalizie e alla tradizione culinaria locale, il baccalà non può mai mancare. Preparato in tantissimi modi, sia esso fritto che in umido, sfilettato e marinato, oppure in carpaccio o come elemento di una deliziosa genovese, il baccalà si adatta alle più svariate ricette. Giunto sulle nostre tavole dal Nord Europa, dall’Islanda, dalla Norvegia e dalle isole Lofoten, il gustoso merluzzo si è presto legato alla nostra terra, dove già dal 1500 veniva trasformato in baccalà essiccato e conservato sotto sale o in stoccafisso, essiccato al vento. Oggi a confermare con il suo impegno e il valore di una storia secolare la validità di un prodotto unico, è Nino De Filippo, erede della “De Filippo Baccalajuoli 1791” con sede ad Arzano. Una famiglia, quella dei De Filippo che, dopo aver lavorato già dal 1800 il pesce giunto con i velieri dalla Norvegia e dall’Islanda nelle grotte di Tufo nel Rione Sanità, vanta l’emblema di un’attività tramandata di generazione in generazione. Ed è proprio fidando sulla qualità del baccalà e dello stoccafisso importati dal Baltico e lavorato mediante lo stesso procedimento di molti anni fa, che la famiglia De Filippo ha dato vita, sempre sulla Circumvallazione ad Arzano, al ristorante “Biancobaccalà”. Un locale ricco di tradizione dove, neanche a dirlo, a fare bella figura in tavola sono il baccalà e lo stoccafisso portati in trionfo sotto le più svariate declinazioni. E sono gli attuali rappresentanti dell’antica famiglia con il patron Nino De Filippo in testa e la moglie Patrizia e i figli Alfonso nel ruolo di chef, Vincenzo in quello di addetto alla lavorazione e Mariarosaria quale responsabile di sala, a regalare ai clienti la magia dei sapori del pesce del Nord abbinati alla tradizione gastronomica campana. Tra le specialità proposte ci sono la polpetta di baccalà, il rocher di baccalà, il carpaccio e la pizza fritta, così come gli antipasti con il mix di tartare di salmone, spada, gambero e tonno. Parlando di primi piatti da non perdere è la genovese di baccalà fino a giungere ai secondi dove si può spaziare anche sui frutti di mare, sul pesce fresco e una selezione di carni. Buoni anche i dolci artigianali e gli abbinamenti con i vini della cantina di casa.