Nuovo successo per l’Azienda Agricola Vitivinicola “Iovino” salita con la sua Falanghina “Grande Farnia” 2019 sul podio della XV edizione del Concorso dei vini del Sud Italia “Radici del Sud”. Un prezioso riconoscimento per il viticoltore Antonio Iovino (nella foto) che durante la premiazione svoltasi nel Castello di Sannicandro di Bari e in base al giudizio di due giurie composte da giornalisti e addetti ai lavori italiani e stranieri viventi nel nostro paese, ha ottenuto uno straordinario secondo posto con il suo eccezionale bianco vinificato da uve Falanghina nel contesto delle tipologie previste dalla denominazione. Un’etichetta, la “Grande Farnia” che si connota come uno dei fiori all’occhiello dell’Azienda Iovino, capace di contraddistinguersi per il giusto tenore zuccherino e alcolico e per la buona acidità fissa pronta a contribuire all’esaltazione e alla perseveranza dei suoi profumi. Proveniente dalla coltivazione di uve in un territorio vulcanico tipico, come quello dei Campi Flegrei, la Falanghina “Grande Farnia” si distingue anche per il suo colore giallo paglierino brillante e per il gusto fresco e fruttato. Nata tra i vulcani dei Campi Flegrei, l’Azienda di Antonio Iovino, noto anche per il suo Agriturismo “Il Gruccione”, grazie alla perseveranza, continua a rappresentare una realtà di grande interesse per gli amanti dei prodotti genuini della terra e del buon vino. E’ lo stesso patron Antonio, insieme alla moglie Teresa e al figlio Giuseppe, a continuare a mantenere vivo un angolo di paradiso che, partendo da quel meraviglioso luogo denominato Monte Spina, tra la Solfatara, il Vesuvio ed il mare, attrae giorno dopo giorno gli estimatori della natura e della buona tavola. Tra i suoi tralci di Piedirosso (da cui ricava anche l’apprezzato Gruccione) e di Falanghina, tra le albicocche e le ciliege, il patron Antonio, insiste nel proporre prodotti a chilometri zero, una tavola genuina, e dei nettari capaci di mettere d’accordo lo spirito e il palato. Un premio, quello ottenuto durante “Radici del Sud” che ha posto la Falanghina di Iovino, pensando alle parole dell’organizzatore Nicola Campanile, tra quei vini in grado di lasciare “emergere un’evoluzione inaspettata sia sotto il profilo aromatico, sia nella struttura insieme a una grande potenzialità per un mercato sempre più pronto al consumo di vini invecchiati”.