I due numeri del titolo non sono un ambo da giocare… tutt’altro e, se avete la bontà di continuare a leggere, ne scoprirete il significato. Dunque procediamo con ordine. Era il 1980, io e il compianto mio fratello Gigi, conducevamo su Canale 21 “Così Quasi x Caso”, un programma di intrattenimento domenicale, in onda dalle 14.00 alle 19.30. Non per farmene un vanto (non è nella mia natura), l’indice d’ascolto del nostra programma, almeno in Campania, superava di gran lunga quello di Domenica In, l punto tale che, incontrandoci per caso con Baudo all’aeroporto di Roma, quasi complimentandoci, ci disse: ”Il vostro programma domenicale va forte eh?. E forte lo andava veramente grazie, oltre alla nostra, se ce lo consentite, professionalità e quel pizzico di ben dosata e preparata estemporaneità, che tanto piaceva in primis al pubblico in studio. Gli ospiti contattati, prima di aderire o meno l’invito, informatisi dei dati d’ascolto, accettavano senza riserve; qualche nome? Nino Taranto, Adolfo Celi (il cattivo di Sandokan), Renato Rascel, i Giuffrè, Merola, I Ricchi e Poveri, Mal e tanti tanti altri. Non ricordo bene quella fatidica domenica quali fossero stati gli ospiti; ricordo solo che, terminata la puntata alle19.30 precisa, io e Gigi, uscivamo dallo studio, tra il pubblico che si complimentava con noi; erano passati solo 4 minuti, erano le 19.34 quando io, forse un po' provato dalle cinque ire e passa della diretta tv, rivolto a mio fratello dissi “ me gira ‘nu poco ‘a capa!” E da quel momento fu un fuggi-fuggi generale…IL TERREMOTO. Ce ne rendemmo conto solo pochi secondi dopo quando, affacciandoci da un balcone che guardava sul mare sottostante (Canale 21 allora era a Posillipo), notammo increduli il mare che si era ritirato del tutto, mettendo in mostra la sabbia con conchiglie e pietre varie, come in attesa di uno tzunami che si verificò, fortunatamente in forma blanda. Ho voluto ricorda quel momento, anche per il rispetto dovuto ai tanti che vi persero la vita e, con la consapevolezza del pensare “Ma quanto è effimera e fuggevole la nostra vita… .L’avessema penzà ogne mumento. Alla prossima.