Al vate D’Annunzio che sospirava alla Duse “dammillo nu vasillo, nu vaso piccerillo, comm’a chesta vucchella, che pare ‘na rusella, nu poco pucurillo appassiulatella”, faceva eco Vincenzino Russo con “i’ te vurria vasà, ma ‘o core nun m’’o ddice ‘e te scetà”! Entrambi erano lontani anni luce dal Rostand che faceva definire il bacio, dal suo Cyrano come “un apostrofo rosa messo tra le parole t’amo” E fermammece ccà, si no addeventamme peggio dei bigliettini nei baci perugina. Ma una domanda me la sono posta “quando è nato il bacio?” A detta degli antropologi, esso risale alla preistoria, quando le nostre antenate, per nutrire i loro piccoli, sminuzzavano il cibo nella loro bocca, prima di passarlo loro, attraverso una sorta di bacio alimentare. Avite capito? Pensate che, nella Firenze del trecento, la pace tra fazioni diverse, era suggellata da un bacio sulla bocca tra i rispettivi capi, come ancora era in uso negli anni passati tra i capi della nomenklatura sovietica. Certamente la globalizzazione del bacio la si deve anche a Clark Gable e Vivien Leigh in “via col vento, mentre quello alla francese, cioè con  l’arravugliamento delle lingue, è praticato, penzate nu poco, anche dai bonobo, una specie di primati (scimmie) che rimangono bocca a bocca fino a 12 minuti… altro che show dei records! Un bacio da cui bisogna guardarsi bene, è quello di Giuda… stateve e stammece attiente! Mo’, per tornare con i piedi per terra e dire le cose papale-papale, diciamo pure che il bacio, quello appassionato, carnale e azzeccuso, è quello che precede l’atto amoroso, di cui, chi vi scrive, ha vaghi ricordi. Secondo voi, quanti baci pubblici, ci si scambiano in una giornata? Secondo me migliaia e migliaia: baci di incontri, di saluti, affettuosi, di innamorati, di camorristi, di politici, quanno se scioglie ‘o curteo d’’o muorto ecc. Ciò detto, che cacchio ne sapeva, chillu povero cristo di Castellammare che, trovandosi in Giappone per vacanze, lle so’ prurute ‘e ccorne di baciare pubblicamente una ragazza sulla fronte? Nun l’avesse mai fatto… è finito in galera con l’accusa di oltraggio e atti osceni (Sic). Si si, è proprio così; perciò prima di andare in un paese straniero, informatevi bene sul modo di vivere colà e del rispetto delle loro regole di vita. Pensate che, il bacio in pubblico, anche se sulla guancia, ai giapponesi glielo hanno fatto conoscere gli americani dopo la guerra; infatti nei film giapponesi non si vedevano mai scene con baci, e i soldati americani se ne lamentavano; e dopo tante insistenze le autorità d’occupazione, riuscirono a convincere i produttori giapponesi, ad inserire scene di baci nelle loro pellicole. E che ce vulette per convincere attori ed attrici a baciarsi davanti la cinepresa; nientemeno che alcune attrici, accettarono con la clausola di mettersi sulle labbra una sottile linguetta di cellophane, per evitare il contatto diretto. Un’ultima chicca sul bacio, ve la voglio segnalare: la famosa attrice  cinematografica Kinuyo Tanaka, nel 1949, rientrando da un soggiorno negli stati uniti, salutò la folla dei fans, soffiando baci dal palmo della mano, come aveva imparato a Hollywwod. Nun l’avesse mai fatto! Fu considerato un gesto volgare, che le fu rimproverato per tutta la vita. A questo punto vi saluto dicendo: Baciamo le mani. Statevi bene, anzi: Sayonara. Alla prossima.