Le prime scuole di pensiero filosofico, si ebbero nell’antica Grecia. I pre-socratici ritenevano che il funzionamento dell’universo fosse opera degli dei. Poi, filosofi quali Eraclito, Parmenide ed Empedocle (i pluralisti) elaborarono la teoria dei 4 elementi: aria, terra, fuoco, acqua; mentre gli atomici sostenevano che la realtà era composta da particelle che raggruppandosi, erano in grado di spiegare il cambiamento ed il movimento. Ma non di queste scuole di pensiero voglio occuparmi oggi, bensì di qualcosa di molto più Serio: che tipo di pasta va bene con i fagioli. Al riguardo, di scuole di pensiero, ce ne sono ben due e molto più profonde di quelle “amenità” dei pre-socratici, pluralisti ed atomisti. Una vuole che l’universo della nostra stupenda cucina napoletana, si muova bene se, nel caso, il fagiolo è “a uocchietielle”, esso indubbiamente e, senza se e senza ma, si sposi con la pasta “mmeschiata”; l’altra teoria, altrettanto attendibile, vuole invece che, se il fagiolo è “cannellino”, esso si sposi e si congiunga con il tubbettiello, quello un po' più grande; e qui, mi perdonino i lettori se sconfino in un universo un po' lascivo; eh sì perché, nel secondo caso il cannellino va ad infilarsi nel tubbettiello , dando origine ad un rapporto sessuale, un atto d’amore, delizia del nostro palato mentre, ‘a cotena ‘e presutto, se ne sta in disparte, a mò di guardone, ad osservare l’accoppiamento cannellino-tubbettiello, ben sapendo che arriverà sul finale, anche il suo momento, quando noi, muniti di un fragrante cuzzetiello ‘e palatone, addenteremo la cotena e… concluderemo questo “matrimomio” come meglio non si potrebbe. E, ne sono certo che, se il Botticelli fosse vissuto ai tempi nostri, le sue Tre Grazie, invece di Castità-Bellezza e Amore, le avrebbe chiamate: Pasta-Fagioli e Cotena e, quale quarta figura, al posto del Mercurio, ci avrebbe senz’altro piazzato…’E ccozzeche. Buon appetito e… alla prossima…si Dio m’’o fà vedè. Ah dimenticavo: Auguri a tutte le Donne…ma sì, ce metto pure Elly Schlein e, voglio salutarvi con l’incipit del ns. libro “Femmene” pubblicato qualche anno fa “La donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore ma, dal lato, per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere Amata”