Non voglio apparire oltremodo dotto in materia, raccontandovi la storia del pomodoro, con relativo suo arrivo dal Sudamerica in Europa ma, signori miei, alcune cose ve le debbo dire per forza, visto che ho letto ed apprezzato l’articolo a firma di Pasquale Clemente, sul “Roma” del 28 novembre scorso, e titolato “Per la Rai il pomodoro è di Parma”. Ma che pazziamme o facimme overo? Non basta quanto il nord ci ha fottuto, mò ci vogliono togliere pure la paternità d’’a pummarola? Ma vi pare che mò debbono scendere in competizione i pomodori nati e coltivati nella paludosa e inquinata padania, contro quei meravigliosi grappoli sulle pendici del Vesuvio, appesi fino all’arrivo della primavera, quando diventano di un colore rosso vivo, dal delizioso sapore agrodolce e chiamati “Pomodorini del Piennolo?” Per non parlare dell’area sarnese. E non dimentichiamo che, un forte impulso all’uso del pomodoro venne, sotto il Regno di Ferdinando I di Borbone, nel segno della grandiosa rivoluzione agricola da lui voluta e stimolata; e si nun ve basta vi aggiungo quest’altra chicca: A Pisa, Cosimo de’ Medici, ricevette in dono un cesto di pomodori, nati da semi, regalati dal Vicerè del Regno di Napoli. E mò, visto che sono incazzatissimo contro il programma Rai “Linea Verde” che, come già detto, affida la paternità del pomodoro a Parma, mi voglio prendere lo sfizzio (no, non è un errore, è proprio scritto con due “z”), di dissertare sulla paternità della Parmigiana, che tutti credono nata a Parma… ma quando mai!!! Dunque, la melanzana arriva in Sicilia nel XV secolo, portata dagli arabi e, udite udite, anzi: leggete leggete, i siciliani la tagliano a fette, le friggono, le sovrappongono l’una all’altra e le condiscono con formaggio e chiamano questa pietanza “Parmiciana”, che in siciliano è detto così l’insieme di listelli di legno sovrapposti, che formano la persiana; non per niente i siciliani dicono “Parmigiana di melanzane” e non melanzane alla parmigiana, e infine, pecchè sto ancora ‘ncazzato, vi comunico che Ippolito Cavalcanti, nella sua “Cusina casarinola co la lengua napolitana” del 1839, così scrive: “E farai friggere le melanzane e poi le disporrai in una teglia a strato a strato con il formaggio, basilico, salsa di pomodoro e coperte le farai stufare”. Mò vorrei che quello di “Linea Verde” facesse una puntata sulle origini della parmigiana. Ovviamente costui, col suo servizio sui pomodori nati a Parma, dove insiste una importante industria conserviera, non vorrei pensare... No, ma che vado pensando. A questo punto è meglio restare Zitti e Mutti. Alla prossima.