
Tutti al mare, tutti al mare… c’a frittata ‘e maccarune
di Edo de “I Fatebenefratelli”
Mer 24 Mag 2023 11:06
Nonostante questo maggio piovoso, non si può non pensare alle prossime vacanze estive e, al riguardo, mi son tornate alla mente, quelle di una lontana estate del 1950: il tanto sospirato giorno arrivò in una splendente giornata di luglio. Ci svegliammo con lo stupendo profumo della frittata di maccheroni, proveniente dalla cucina. Muniti ciascuno della propria “mappatella”, prendemmo il 59 in piazza municipio, a San Giorgio, che ci lasciò fuori l’ingresso del bagno Nuovo a Croce del Lagno; ci avviammo percorrendo l’assolato vialone; mamma si diresse alla biglietteria e, dopo una laboriosa trattativa con l’addetto (eravamo in otto), ritornò verso di noi con il prezioso tagliando per la cabina; poi spogliò e mise i costumini ai più piccoli, indi si diresse alla spiaggia raccomandandoci di far presto e portare giù le borse. Appena soli, ci dedicammo all’ispezione della parete in legno, confinante con la cabina di fianco, alla ricerca di eventuali buchi; ne scovammo due; vi accostammo gli occhi e, nel silenzio più assoluto vedemmo… vedemmo due ragazze sui diciotto anni, completamente nude che ridevano, mentre con un asciugamano si toglievano la sabbia dal ventre e dai seni. Turbati e soddisfatti uscimmo e ci dirigemmo alla spiaggia; mamma aveva già fissato l’ombrellone nella sabbia e distesi a terra gli asciugamani, facendosi aiutare da una vicina. Posammo le borse e di corsa ci dirigemmo verso il mare, tuffandoci nelle fresche e limpide acque; vi sguazzammo fin quando dalla riva mamma, mentre con una mano teneva le veste sollevata e con l’altra si faceva scudo dal sole, ci faceva segni di risalire. Quando fummo tutti seduti sugli asciugamani, mamma procedette al taglio della frittata di maccheroni; ne diede una fetta a ciascuno di noi e una alla bambina dell’ombrellone accanto che osservava vogliosa. Ad un tratto la nostra sorellina ruppe in un pianto dirotto, perchè la sua fetta era caduta nella sabbia; mamma non si perse d’animo; la raccolse e andò a lavarla alla fontanella; poi la mangiò lei dando la sua a nostra sorella. Da lontano giunse la voce “‘O cocco…’o cocco frisco..”; Guardammo mamma, lei guardò noi poi, alzando la voce, fino a coprire quella del venditore, disse “Su, facciamo un bel castella di sabbia”. Era l’estate del 1950. Gli ombrelloni stevene tutte quante uno azzeccato all’ato… le signore, capa e capa, ‘nciuciavene e spettegolavano… poi… poi è arrivò lo schifoso covid 19… il distanziamento sociale e… ognuno chiuso nella sua “nicchia”. Ora che il peggio sembra essere passato ed, essendo il 24 maggio, cantare “Non passa lo straniero” e, potremo di nuovo dare… nu piezzo ‘e frittata ‘e maccarune alla bambina dell’ombrellone accanto al nostro. Alla prossima.