È Giovanni Maria Arone, scultore barese, oggi anche romano, con lunghi anni calabresi, mai interrotti, in quel di Crotone, che lo avvicinano agli antichi misteri dell’orfismo e del pitagorismo di cui sarà permeata la sua produzione artistica, in parte oggi stabilmente accolta dal Museo di Arte Contemporanea e dal “Parco Pignera – Giardini di Pitagora” crotonesi nonché in importanti gallerie d’arte romane, e sostanziati i suoi interventi nei vari convegni per l’Italia, l’autore del libro “Katàbasis. Promemoria di una scissione e di una ricomposizione Orfico-Pitagorica”, pubblicato da Edizioni Kairòs e recentemente presentato a Napoli, nei locali della Biblio-mediateca Ethos e Nomos attraverso le parole della docente universitaria Clementina Gily Reda, dello scrittore Salvatore Forte e le letture dell’attore Giancarlo Lobasso, attentamente introdotti dalla giornalista Laura Bufano. Titolo greco, a significare “discesa agli inferi” per questo volume nel quale l’autore, nell’ambito di un romanzo filosofico «sperimenta una personale struttura, sia per la forma di scrittura, che per la dislocazione dei capitoli, sottoponendo l’argomento al lettore come una mostra d’arte visiva lasciando ciascuno libero di dare un’interpretazione a seconda della propria conoscenza e sensibilità». Particolarità dell’opera, infatti, “il lettore può leggere secondo la disposizione già collocata, lasciandosi guidare dall’autore, oppure seguendo l’ordine numerico crescente. Anche cambiando la disposizione dei capitoli la comprensione non ne risulterebbe inficiata”. E sono circa duecento pagine, in definitiva, a sostenere che «dietro l’archetipo del mito, in verità si nasconde un vero e proprio viaggio alchemico all’interno della propria anima, propedeutico al raggiungimento dell’ascensione spirituale».. La serata è stata arricchita dalla presenza dello stesso Giovanni Maria Arone, dalla esposizione di una sua opera scultorea e da un pubblico attento e partecipe a fare, nell’elegante contesto, calorosa cornice all’evento.