Giornata significativa per l’arte dell’interpretazione violinistica: il 22 settembre, nasceva infatti in questo giorno dell’anno 1918, Henryk Szeryng, a Zelazowa Wola, la città polacca che aveva già dato natale a Fryderyk Chopin. Allievo,tra gli altri, dell’illustre violinista Carl Flesch, Szeryng studiò anche composizione con Nadia Boulanger, quindi fu per il mondo producendosi in applauditi concerti e prestigiose incisioni discografiche che lo videro anche affiancato da musicisti del calibro di Claudio Abbado, Arthur Rubinstein o Pierre Fournier, e celeberrime formazioni orchestrali quali Wiener Philarmoniker, Berliner Phlilarmoniker o London Synphony Orchestra, conquistando la meritata fama di uno dei maggiori violinisti del suo tempo. Né meno grande artista fu Isaac Stern che, nato il 21 luglio 1920, il 22 settembre del 2001 esalava il suo ultimo respiro. Un’arte interpretativa, la sua, esercitata ai vertici del mondo violinistico, oggi ampiamente documentata da un’enorme quantità di registrazioni. Due giganti, quindi, della nobile virtù di porgere la musica, legati all’odierna data, tra molti altri che hanno deliziato le orecchie di milioni di ascoltatori nel corso di tutto il secolo scorso ed il cui straordinario magistero insinua l’obbligo ad un confronto senza indugi con il panorama violinistico a noi più vicino. «Cambiano i tempi, cambiano i valori – ci spiega all’uopo Armando Notari, musicista, titolare di cattedra di violino – e l’arte è sicuramente tra i migliori documenti di un’epoca, così che se la generazione degli Stern e degli Szeryng è stata di violinisti di incontestabile levatura tecnica, ma, principalmente, prepotente personalità musicale, oggi, al di là di un tecnicismo anche sfolgorante, il panorama musicale offre minor compostezza e cordialità espressiva, maggiore attenzione all’immagine ed una certa inclinazione all’omologazione. È incontestabile che i violinisti di allora fanno scuola ancor oggi. Quel che c’è da chiedersi è: gli stilemi odierni saranno ancora esemplari domani?».