La prospettiva che si apre con la disposizione creativa di Roberto Sanchez a coltivare la linea di ciò che noi definiamo “Astrattismo Progressivo” dimostra come le ragioni proprie dell’Astrattismo possano spingersi ben al di là della “raffigurazione” delle cose, fornendone una diversa “rappresentazione”. A convincerci di questo giudizio, che si radica nella nostra lunga conoscenza e nella considerazione ermeneutica della sua arte, che si distribuisce nel corso di lunghi decenni, giova la mostra che l’artista rende negli spazi di “Controsegno”, ove, ospite di Veronica Longo, Roberto Sanchez presenta la mostra dal titolo di “Astrattismo Progressivo” (nella foto un’opera). Osserveremo come la linea di “Astrattismo Progressivo” possa giustificarsi, inoltre, come opportunità di verifica di un processo di rastremazione che l’artista sviluppa a partire da ragioni figurative originariamente declinate secondo i modi di un “Realismo di Denuncia”, poi, gradualmente evoluto in formulazioni sempre più avvertite della necessità di lasciare spazio, in premio di una supremazia contenutistica, ad una essenzializzazione delle forme. Ciò ha portato l’artista a costruire formule astrattive di ben definita profilatura, all’interno delle quali ha assunto rilievo la capacità trasfigurativa degli oggetti, man mano deprivati della facies della riconoscibilità cosale e ricondotti, invece, alla loro sostanza eidetica. Si produce, così, l’effetto di un delicato processo di elaborazione intellettuale, all’interno del quale la capacità creativa di Sanchez non ha mai ceduto alla tentazione della deriva “simbolistica”, scegliendo, egli, sempre di aver fede al dettato morale di privilegiare la tenuta “segnica” del proprio intervento creativo: ciò che gli consente di dare corpo ad un ottenimento produttivo in cui approda il processo di trasfigurazione realistica, con l’immagine che progressivamente abbandona la consistenza funzionalistica per attingere la espressività astrattiva.