Prima di procedere precisiamo subito che lo abbiamo assaggiato e trovato semplicemente delizioso; stiamo parlando del Caffè Borbone che ormai si è attestato tra le migliori case produttrici del settore. Ma qualcosa non ci convince e ci riferiamo al suo battage pubblicitario. Tenete ben presente che nel marchio c’è Borbone, cioè quella dinastia che fece grande il nostro Regno, i cui primati sono universalmente riconosciuti. Questo Regno che, dopo tanta gloria, conobbe la propria fine in quel lontano 1860, quando un’orda di prezzolati, capitanati dal massone Garibaldi, calò giù dal nord uccidendo, stuprando, incendiando e rubando. La maggior parte di essi proveniva dalla Liguria e Lombardia e, tra questi ultimi, molti dal pavese quali: Cairoli, Cagnetta, Carini, Bianchi, Baldi e Beretta, per citarne alcuni. Va precisato che il pavese, tra l’altro, è la terra che ha dato i natali a quel pacioccone che risponde al nome di Gerry Scotti che è stato scelto quale testimonial del Caffè Borbone. Ai vertici di questa azienda, probabilmente, non pienamente al corrente di storia patria, sarà sfuggito il nesso che lega un personaggio del pavese, al noto marchio napoletano. Intendiamoci, nulla contro Scotti che, essendo un professionista e, consapevole del detto latino “pecunia non olet”, cioè “la moneta non ha odore”, non ha esitato a prestare la sua immagine e, tra l’altro ha dichiarato: «Lo spot potevamo girarlo ovunque, ma abbiamo voluto farlo in un giorno di sole a Napoli ». Neh Gerry e addò ’o vulive fa, ad Abbiategrasso? Inoltre Massimo Renda, presidente del consiglio di amministrazione del “Caffè Borbone”, tra l’altro ha dichiarato: «Abbiamo scelto di presentare lo spot al Teatro alla Scala di Milano, perchè esso rappresenta la culla italiana dell’arte». Ci consenta egregio presidente Renda, di rammentarle che a Napoli esiste un “teatrino” chiamato San Carlo che, ci pare… non vorremmo sbagliarci… sia il più antico teatro dell’opera in Europa, guarda caso, fondato per volontà di Carlo di Borbone e ancora, vorremmo rammentarle che, se si fosse sforzato un pochino, un attore napoletano illustre, lo avrebbe trovato per promozionare il suo prodotto, senza pescare in zona pavese, da cui partirono i nostri invasori. Tanti auguri per il suo prodotto. Alla prossima.