Ogni farmaco, per quanto possa essere risolutivo di specifiche patologie, può portare in chi l’assume reazioni impreviste, i cosiddetti effetti collaterali. Questi, di solito, si manifestano con l’insorgere di ulteriori fastidi. Talvolta, però, capita che tali risvolti siano tutt’altro che negativi. E così sembra essere per alcuni farmaci nati per risolvere problemi della pelle che hanno manifestato, tra gli effetti collaterali, la capacità di contrastare l’insorgere della sclerosi multipla. Uno studio, condotto presso il Department of Genetics & Genome Sciences della Case Western Reserve School of Medicine (Ohio, USA) coordinato dal professor Paul Tesar, ha infatti riscontrato che due principi attivi diffusissimi per la cura di patologie per nulla paragonabili in quanto a gravità alla sclerosi multipla, producevano tra gli effetti collaterali un miglioramento proprio di tale malattia. Nella fattispecie si tratta di miconazolo, un comunissimo e neanche tanto recente farmaco utilizzatissimo contro le micosi, in particolare il cosiddetto “piede d’atleta”, e il clobetasolo altrettanto diffuso e molto efficace contro disturbi dermatologici come eczema e psoriasi. Ebbene, questi due principi attivi così diffusi avrebbero la capacità di stimolare la produzione del rivestimento neurale, la cosiddetta mielina, che ha come funzione fondamentale quella di garantire una corretta conduzione degli impulsi nervosi. La malattia porta alla perdita progressiva di mielina con conseguenti danni quali perdita di sensibilità agli arti, che può arrivare fino alla paralisi, problemi alla vista, costante condizione di fatica o debolezza. Tali sintomi hanno una progressione individuale a seconda dell’individuo colpito con evoluzione non prevedibile. La strada intrapresa dalla ricerca moderna passa per le cellule staminali e potrebbe subire una forte accelerata grazie allo studio coordinato da Tesar che illustra il procedimento: «Sappiamo che ci sono cellule staminali in tutto il sistema nervoso adulto che sono in grado di riparare i danni causati dalla sclerosi multipla, ma fino ad ora non siamo stati in grado di guidare questo processo. Il nostro approccio è stato quello di trovare farmaci che potrebbero catalizzare le nostre cellule staminali per sostituire le cellule perse nella sclerosi multipla. C’è stato un rovesciamento sorprendente della gravità della malattia nei topi dopo somministrazione sistematiche dei farmaci: il processo che abbiamo identificato rappresenta davvero un cambiamento di paradigma nel modo di immaginare il recupero della funzione di pazienti con sclerosi multipla». La strada da percorrere prima di iniziare i trial su pazienti prevede ancora molte verifiche, ma gli studiosi sono fiduciosi di ottenere una terapia che possa alleviare le sofferenze di tante persone colpite da tale patologia. mi_sa@inwind.it