Ogni giorno, nell’Unione Europea, oltre trenta bambini restano gravemente feriti e due muoiono in incidenti stradali. Il 46% dei decessi infantili si verifica su arterie extraurbane, un altro 46% in città ed il restante 8% sulle autostrade. Secondo il recente rapporto sulla sicurezza dei minori dell’European Transport Safety Council (Etsc), di cui fa parte anche l’Aci, negli ultimi dieci anni, sulle strade del “vecchio continente”, a causa dei sinistri, hanno perso la vita più di 8.100 bambini; di questi 639 in Italia e 45 in Campania. Nel solo 2016, 630 sono stati gli “under 14” caduti sulle strade della Ue, la metà dei quali viaggiava a bordo di un veicolo a motore, un terzo era costituito da pedoni ed il resto da ciclisti. Sebbene preoccupante, il fenomeno risulta in via di miglioramento. Infatti, nei 27 paesi dell’Ue, la riduzione media annua della mortalità infantile, nel corso dell’ultimo decennio, è stata del 7,3%, mentre per le altre fasce d’età la diminuzione si è attestata al 5,8%: in pratica, la differenza media è di 1,5 punti percentuali. Le morti infantili dovute ad incidenti stradali rappresentano circa il 2,5% del totale dei decessi e circa il 6% delle vittime causate da gravi sinistri, mentre nell’ambito UE i bambini costituiscono oltre un sesto della popolazione. In altri termini, secondo questo studio, gli “under 14” presenterebbero dati più rassicuranti rispetto agli adulti, probabilmente a causa della loro minore esposizione al traffico stradale. Tuttavia, esistono significative differenze tra i vari Stati europei. Vale a dire che i bambini non beneficiano, ovunque, dello stesso livello di sicurezza. Il tasso di mortalità infantile in Romania, infatti, è sette volte più alto di quello di Norvegia, Svezia e Regno Unito. Mentre la Norvegia si distingue per essere il paese in cui, negli ultimi dieci anni, si è registrata la flessione più marcata dei decessi infantili (- 14%). Ogni anno il 48% delle vittime della strada “under 14” è costituito da passeggeri di veicoli a motore. Per questo motivo il rapporto dell’Etsc punta il dito sulle responsabilità degli adulti il cui dovere è quello di garantire la massima protezione dei bambini a bordo, a partire dal corretto uso dei seggiolini. Errori di installazione o un sistema di ritenuta inadeguato in relazione alle caratteristiche fisiche del bambino possono ridurne drasticamente l’efficacia. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’uso dei seggiolini garantisce l’80% di probabilità di salvare una vita, ma il rapporto Etsc evidenzia come assenza, scorretta installazione o inadeguatezza di tali sistemi rappresentino ancora un serio problema in tutti i paesi dell’Unione Europea. Di qui l’invito agli Stati membri della Ue di ridurre l’Iva sui seggiolini - seguendo l’esempio di Cipro, Croazia, Gran Bretagna, Polonia e Portogallo - e di aumentare le cosiddette “Zone30” in prossimità delle scuole e delle aree pedonali. Inoltre, per evitare che così tanti giovanissimi perdano la vita in incidenti stradali, l’Etsc ritiene fondamentale ampliare l’equipaggiamento di sicurezza dei veicoli. Perciò, ha sollecitato la Commissione Europea affinché richieda che tecnologie come Isa (Intelligent Speed Assistant: il sistema intelligente di adattamento della velocità) e Aeb (Automated Emergency Braking: la frenata automatica di emergenza) siano di serie sulle auto nuove e non più optional per pochi.