ZURIGO. Joseph Blatter torna a parlare dopo la sua riconferma a presidente della Fifa e attacca, senza mezzi termini, Uefa, Stati Uniti e il suo ex avversario, il principe giordano Al-Hussein. Intervistato dall'emittente tv RTS, lo svizzero parla di «un odio che non arriva da una sola persona all'interno della Uefa, ma dalla Federazione stessa come organizzazione che non ha ancora capito che nel 1998 io sono diventato presidente».

 
Blatter crede che la tempistica con cui l'operazione è stata conclusa dalla Polizia federale degli Stati, a soli due giorni dalle elezioni, non sia una coincidenza: «Ci sono degli indizi - afferma - gli americani erano candidati per ospitare la Coppa del mondo del 2022 e hanno perso». Il presidente della Fifa rincara la dose coinvolgendo anche il principe Al-Hussein: «Non dovete dimenticarvi che gli Stati Uniti sono lo sponsor principale del regno Hascemita, quello del mio avversario - commenta - questa cosa puzza». Blatter, infine, si concede anche una chiosa minacciosa, probabilmente rivolta a Michel Platini: «Posso perdonare chiunque, ma non dimentico», avverte.

La Federazione è però una "pentola bollente": David Gill rinuncia alla vicepresidenza della Fifa. L'inglese ha mantenuto la parola data, rispettando quanto dichiarato giovedì: «Se Blatter sarà rieletto presidente della Fifa non mi siederò più al tavolo del comitato esecutivo», aveva affermato. Gill, quindi, abbandona il suo incarico nonostante il presidente della Uefa, Michel Platini, avesse tentato di convincerlo a rimanere a prescindere dall'esito dell'elezione. «Questa non è una decisione facile per me - commenta Gill - però gli orribili e deleteri avvenimenti degli ultimi tre giorni mi hanno convinto che non è appropriato rimanere nel comitato esecutivo della Fifa».