ROMA. Bruno Contrada non doveva essere condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Lo rileva la Corte europea dei diritti umani in una sentenza che riguarda l'ex agente del Sisde. Secondo quanto osserva la Corte, «all'epoca dei fatti contestati, tra il 1979 e il 1988» il reato «non era sufficientemente chiaro e prevedibile». Secondo la Corte c'è stata dunque una «violazione dell'articolo 7 della Convenzione». Lo Stato italiano deve versare all'ex numero due del Sisde 10mila euro per danni morali. «Adesso il nostro obiettivo è avere una sentenza che in sede di revisione assolva in toto Bruno Contrada», dice il suo avvocato Giuseppe Lipera che sottolinea: «Finalmente qualcuno si accorge che in Italia si è applicata una norma che non esisteva - ha aggiunto - Auspico che questo possa essere un ulteriore elemento per ottenere la revisione della condanna».