NAPOLI. Sequestro preventivo beni eseguito dal Ros dei carabinieri nei confronti di due degli indagati nell’inchiesta che riguarda la metanizzazione dei comuni del Casertano del bacino 30 assegnata a Cpl Conordia. Ad Antonio Piccolo, imprenditore considerato di riferimento di Michele Zagaria, sigilli a beni per 8 milioni di euro, mentre per Claudio Schiavone, affiliato ai Casalesi ma non imparentato con il boss Francesco, i beni sottratti valgono complessivamente 45 milioni di euro circa. Entrambi sono destinatari di una misura cautelare in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso. 

Antonio Piccolo e Claudio Schiavone sono considerati i due imprenditori del clan dei Casalesi ai quali «la cosca si rivolgeva quali referenti per la conduzione dell’attività imprenditoriale nell’interesse della cosca e dei capiclan Schiavone e Zagaria». Questo e' la motivazione per la quale la Dda ha chiesto ed ottenuto dal gip il maxi-sequestro di beni per oltre 45 milioni di euro nell'ambito dell'inchiesta su appalti truccati per la metanizzazione della coop modenese Cpl. «Avevano entrambi il ruolo di curatore degli interessi economici ed imprenditoriali dei capiclan per favorire l'insinuazione nel tessuto economico-imprenditoriale e di interferire nelle scelte politiche-amministrative, nella fattispecie rappresentate dalle operazioni per la gestione dei lavori di metanizzazione nel cosiddettoBacino Campania 30 e dalle successive attività di distribuzione del gas metano», scrive il gip. 

Uno dei pentiti della cosca, Nicola Panaro, parla di Claudio Schiavone come «un imprenditore amico del clan. Lui versava direttamente i soldi a Nicola Schiavone. Che io sappia Claudio prendeva appalti anche nell’Alto casertano e contale espressione intendo riferirmi ai Comuni Dragoni, Alvignano, Caiazzo, Giano Vetusto, Piana di Caiazzo». Antonio Iovine invece parla di Antonio Piccolo e lo indica come «imprenditore di Casapesenna legato a Michele Zagaria il quale ha gestito i subappalti per il clan nei comuni di Villa Briano e Casapesenna». A Piccolo sono stati sequestrate due ville, 14 appartamenti, quattro appezzamenti, un locale adibito ad ufficio, due box, tre società nel settore edilizio. A Schiavone, 88 immobili, due società di capitali, una impresa individuale, tre quote societarie, due automobili, una moto.