NAPOLI. Il prestito che l’ex cognato gli aveva accordato era tutto fuorché amichevole e così nel giro di pochi mesi si era ritrovato letteralmente sommerso di debiti e, soprattutto, nel mirino del temibile clan D’Amico del rione Villa di San Giovanni a Teduccio, pronto a premere il grilletto senza farsi alcuno scrupolo pur di riavere la somma di denaro. «Sparo in fronte a tua sorella e a tua nipote», è infatti ciò che si è sentito dire l’ex negoziante napoletano, traferitosi a Varese, vittima di un’estorsione subita da alcuni uomi di punta del clan D’Amico. All’alba di ieri il cerchio delle indagini è stato però finalmente chiuso e i carabinieri del nucleo Investigativo di Napoli hanno potuto stringere le manette intorno ai polsi dei sei presunti aguzzini. I militari hanno notificato i provvedimenti cautelari a cinque uomini e una donna, anche lei protagonista delle minacce: tra gli indagati figurano anche il ras Salvatore D’Amico, “’o pirata”, esponente dell’omonima famiglia di mala articolazione diretta del clan Mazzarella, e Massimiliano Baldassarre, detto “’o serpente”, ritenuto legato alla camorra vesuviana di Sant’Anastasia e imparentato con i Rinaldi. L’ex commerciante, nel 2017, a causa delle difficoltà finanziarie, si è visto costretto a chiedere un prestito: l’uomo si era rivolto a un ex cognato per ottenere 4.700 euro con la promessa di restituirne mille in più di interessi. Il malcapitato aveva però sottovalutato la caratura criminale delle persone alle quali aveva deciso di rivolgersi. Un errore grave che l’ha portato al cospetto dei due ras, ciascuno dei quali direttamente e indirettamente ha preteso la restituzione del denaro con cospicui interessi attraverso violenze e minacce di morte. Per la restituzione del capitale e degli interessi, il denunciante aveva incaricato il fratello che, nell’eseguire il pagamento per l’estinzione del debito, veniva tratto in inganno da uno degli arrestati e al momento di consegnare la somma di danaro ai soggetti che avevano provveduto all’erogazione del capitale, ossia Massimiliano Baldassarre, li avrebbe affidati al 47enne ras D’Amico, fino all’ammontare di 3.900 euro. Per farsi consegnare il danaro “’o pirata” avrebbe quindi rivolto minacce nei riguardi del fratello del denunciante intimandogli anche che, se non avesse consegnato la somma di denaro riSAN GIOVANNIRacket e minacce, nuova tegola per la cosca capeggiata da “’o pirata” «Paga o ti sparo in fronte» Sei arresti nel clan D’amico chiesta, avrebbe portato via tutte le autovetture dei suoi parenti su Napoli. I soggetti, a questo punto, avrebbero usato violenza e minacce al fine di rientrare in possesso del prestito in precedenza concesso, oltre la somma ulteriori euro 1.000 da corrispondere a titolo di interesse. La pressioni della cosca di Napoli Est non sono poi fortunatamente sfociate in aggressioni fisiche o epiloghi drammatici, ma il malcapitato commerciante ha dovuto aspettare ben tre anni per porre fine all’incubo nel quale era precipitato. Con il blitz di ieri i carabinieri ritengono di aver chiuso il cerchio delle indagini e chiarito ogni aspetto della drammatica vicenda. Oltre a Salvatore D’Amico “’o pirata”, sono finiti con lui in manette i presunti complici Massimiliano Baldassarre, la moglie Antonella Paudice, 43 anni; Antonio Gallo, detto “Marzio”, 45 anni; Luca Caputo, 43 anni; e Gaetano Caputo, 25 anni.

(Nei riquadri gli arrestati Salvatore D’Amico, Antonio Gallo, Massimiliano Baldassarre, Gaetano Caputo e Antonella Paudice)