CASTELLAMMARE DI STABIA. “Conosci il confine dei nostri corpi? Dove finisce assembrarsi, dove inizia l’incontro”. Lavarsi le mani, starnutire, assembramento. Sono le parole che ricorrono più di frequente in questo periodo. Ci assillano, ci martellano dalla tv, dalle radio, dai giornali, dal web. Ma per qualcuno questo tormento si è trasformato in poesia. Non si firma e disdegna i social il “poeta ignoto” che da qualche giorno sta tappezzando alcune stradine stabiesi dei suoi brevi versi d’amore.

Li ha stampati a grandi lettere su fogli A4 e composti geometricamente sui muri di viuzze nascoste a chi percorre la città in auto, a chi ha fretta e a chi - dopo tanto lockdown - esce di casa ma non ha tempo per fermarsi . Può leggere i versi d’amore solo chi “rallenta”: chi va a piedi e magari ha iniziato ad assaporare un ritmo più sereno e riflessivo. Più umano.

Il “poeta ignoto” ha disseminato le sue “perle d’amore” in giro per la città senza lasciare alcuna traccia dell’amata (o amato) a cui sono indirizzate. Ma quelle parole catturano e lasciano perplesso il passante, perché intrecciano due temi che colpiscono al cuore: il contagio da Coronavirus e l’amore. Che pur esso, forse, potrebbe diventare contagioso. Ma con ben altri risultati. E poi gli va dato anche il merito di volersi esprimere con il garbo di chi non intende imbrattare i muri con spray colorati e indelebili. Ma usa il fascino discreto di fogli bianchi incollati con un collante leggero che la prima pioggia e un po' di vento porterà via, come piume perse dalle ali di uccelli. È fortunato chi li vede sul proprio cammino. 

Ecco le due poesie comparse in via Giosuè Carducci. La prima: “Le tue mani infette lavano le mie infette mani, ora l’igiene è sogno erotico, scandalo malizioso, borghese furto d’amore”. E un’altra, nello stesso vicoletto solitamente abbandonato e un po' degradato: “Questo mondo non finirà per un inatteso starnuto, quindi, versa il tuo cuore dentro il mio con un imbuto”. Infine, una terza, in un angolo di strada alla fine della Villa Comunale, poco prima dell'inizio della passeggiata da via De Gasperi. Sono parole che investono il destinatario di una domanda ma gli forniscono anche la risposta: “Conosci il confine dei nostri corpi? Dove finisce assembrarsi, dove inizia l’incontro”.  Forse in giro ci sono altre poesie del poeta ignoto, nelle strade stabiesi la caccia al "tesoro" dei suoi versi è iniziata. Speriamo conduca presto anche alla sua identità nascosta.