NAPOLI. Il mondo carcerario arriva a Forcella e lo fa attraverso il palcoscenico. L’appuntamento è per sabato 23 febbraio, a partire dalle ore 10.30, a Piazza Forcella, in via Vicaria Vecchia 23. Nella struttura dove ha sede la Biblioteca «Annalisa Durante» si svolgerà lo spettacolo «Il Capocella», tratto dal romanzo di Vincenzo Russo, autore della drammaturgia del testo, la cui regia è affidata a Costantino Punzo. L’arte dunque come spunto di riflessione sul carcere. Intorno al tema dei detenuti e dei loro diritti discuteranno, prima della messinscena, rappresentanti delle istituzioni e dell’associazionismo: il deputato Paolo Siani; il consigliere regionale Gianluca Daniele; l’assessore alla Cultura del Comune di Napoli Gaetano Daniele; il sindaco di San Giorgio a Cremano Giorgio Zinno; il responsabile dell’Osservatorio Carcere dell’Unione Camere Penali Italiane Riccardo Polidoro; la direttrice del carcere di Poggioreale Maria Luisa Palma; Il direttore del carcere minorile di Nitida Gianluca Guida; il direttore della Pastorale carceraria don Franco Esposito; il presidente dell’associazione «Annalisa Durante» Giuseppe Perna; il presidente dell’associazione «Gioco di squadra» onlus Carmela Esposito; l’attivista per i diritti dei detenuti Pietro Ioia. Interpreti dello spettacolo: Peppe Carosella, Flavio D’Alma, Emanuele Iovino (che è anche assistente alla regia), Carlo Paoletti, Melania Pellino, Francesco Rivieccio. Scenografia di Ilaria Lieto con il supporto di Ciro Punzo, ricerche musicali di Gaetano Riccio, tecnico luci e audio Simone Somma. «È un onore per me che tanti seri e bravi professionisti si siano interessati al romanzo. Il nostro principale obiettivo è di emozionare e invitare al dialogo su un tema così importante», dichiara Russo.

LA STORIA. La storia racconta le sfortunate vicende criminali di Claudio, costretto a delinquere in seguito a un’adolescenza difficile e a un impossibile inserimento nel mondo del lavoro, fino al momento in cui la sua vita s’interseca a quella di Teodoro, un Capocella, termine con il quale si è soliti definire, in gergo carcerario, il detenuto con più anzianità detentiva in quella cella. Claudio e Teodoro però sono anche accomunati dalla consapevolezza di essere due persone in realtà estranee al malaffare, finite nel carcere di Poggioreale solo a causa di particolari circostanze fortuite. Anche per questo, tra i due nel tempo nasce un sincero rapporto di amicizia e affetto, per cui il Capocella sarà in grado di cambiare in meglio la vita di Claudio.