di Dario De Martino

NAPOLI. Documenti ufficiali contraffatti? Testi manipolati come il Dl sul condono fiscale? Mai più con la blockchain e il software che usa Palazzo San Giacomo. Potrebbe sembrare quasi uno spot. E invece è la proposta che dal Comune arriva direttamente al vicepremier Luigi Di Maio. I maligni penseranno che sia un escamotage per fare pubblicità al progetto che ha raccolto fin’ora perplessità e ironia. Ma Felice Balsamo, coordinatore del programma blockchain, esperto d’informatica, è convinto di quello che dice: «Sono serio. Grazie alla blockchain casi di manipolazione sono impossibili. Siamo disponibili a test di sperimentazione per la trasmissione dei documenti tra e verso i diversi servizi del Governo e. siamo disponibili ad offrire il nostro software al Governo per fermare le manine». 

IL GOVERNO STUDIA LA BLOCKCHAIN. Il Comune di Napoli è stato tra i primi in Italia a sperimentare la blockchain, puntando sull’applicazione della tecnologia sia per la trasparenza che per l’utilizzo e lo sviluppo delle criptovalute. La fase di studio e di creazione del gruppo di lavoro è partita ad aprile ed ora ci sono già le prime applicazioni. Il Governo, invece, solo qualche settimana fa ha iniziato a lavorare sullo studio della blockchain. Per questo Balsamo lancia un’altra piccola provocazione: «Forse sarà anche per questo che il Ministero dello Sviluppo Economico nella persona di Luigi di Maio ha lanciato un identico avviso pubblico per la creazione di un gruppo di lavoro sulla blockchain». 

COME FUNZIONA. Insomma, il Comune di Napoli, essendo partito prima, si offre al Governo perché ha già testato l’utilizzo del sistema nell’attribuzione delle cedole scolastiche (i risultati del progetto anticipato dal “Roma” saranno presentati a breve dall’Amministrazione). Il sistema della blockchain fa sì che ogni file venga confermato dopo che è stato visualizzato e memorizzato da un gran numero di utenti che fanno parte della rete. Inoltre qualsiasi modifica viene evidenziata chiaramente nel sistema. Il metodo dell’amministrazione comunale (come si vede nella foto) prevede che i file non ancora confermati siano visualizzati in giallo, quelli confermati in bianco e quelli modificati dopo la conferma in rosso. Così, se qualcuno manomette qualsiasi documento pubblico, questa modifica sarà visibile a tutti chiaramente, anche perché il file si colorerà di rosso. 

L’ESEMPIO DI MAIO. Balsamo ne dà la spiegazione tecnica utilizzando come esempio proprio il “famigerato” decreto che Di Maio sostiene sia stato manipolato: «È sufficiente che dal documento ritenuto definitivo dal Ministero dello Sviluppo Economico venga estratto il suo codice univoco, tecnicamente il codice MD5. Tale codice viene elaborato tenendo conto di tutti i caratteri presenti rappresenta il dna del file. Tale codice univoco di quel file può essere salvato sulla blockchain di milioni di computer nel mondo, senza quindi conoscerne il contenuto nè i mittenti o destinatari. A questo punto il destinatario del file (in questo caso un funzionario) se modificasse anche solo un piccolo spazio altera l’intero codice unico, del file che diventerebbe diverso da quello salvato sulla blockchain in origine. Risulterebbe quindi evidente che il file è stato modificato non solo al mittente e al destinatario, ma a tutto il mondo».